Il Giopì e la Margì con stornelli orobici in un libro di Sergio Pagliaroli: teatro e tradizione

Puntuali come negli anni scorsi, le edizioni Sahel di Villa di Serio sono state presenti alla 60ª Fiera del libro di Bergamo. Infatti, con gran successo di pubblico, nello spazio Incontri hanno presentato il volumetto «L’epopea amorosa del Giopì e de la Margì con stornelli orobici», scritto da Sergio Pagliaroli. Si tratta di un testo teatrale che narra le vicende amorose dei due famosi personaggi bergamaschi che sognano di condividere un piatto di polenta e un bicchiere di vino fino al giorno dell’agognato «sì». Ai dialoghi dei due innamorati fanno corona gli stornelli orobici, cioè brani scritti per essere musicati e cantati. «Sono come dei piccoli gioielli che interpretano l’anima del popolo bergamasco», è stato detto alla presentazione, a cui sono intervenuti, fra gli altri, oltre all’autore, anche Smiciatot, duca di Piazza Pontida, Carla Passera e Roberta Navoni, mamma e figlia, native di Pognano, protagoniste della compagnia «I burattini di Roberta», ma anche direttrici della compagnia «I contadini canterini di Pognano», che già ha messo in scena la storia narrata nel volumetto. Nelle scorse edizioni della Fiera del libro, sempre per le edizioni Sahel, erano stati presentati due volumetti: uno sulla figura del vescovo Roberto Amadei e un altro sull’opera del Beato Luigi Maria Palazzolo, fondatore della congregazione delle suore delle Poverelle, entrambi frutto delle mani di Passera e di Navoni. Da sempre sono convinte della grandezza delle tradizioni orobiche e dell’attualità pedagogica dello spettacolo dei burattini. «Non sono freddi pezzi di legno, perché sanno parlare di persone e storie e sanno parlare al cuore di grandi e piccini».
Sempre alla Fiera del libro, le edizioni Sahel hanno presentato il volumetto «Cammino a Compostela», scritto ancora da Sergio Pagliaroli. Come è stato affermato nella presentazione, l’autore ha ripercorso «a modo suo» il pellegrinaggio verso l’antico santuario spagnolo, da secoli meta di schiere innumerevoli di devoti. «A modo suo», perché Pagliaroli del suo pellegrinaggio racconta ogni tappa percorsa, dalla terra padana alla Provenza, dai Pirenei alla Galizia, dove sorge il santuario. Ogni tappa è però raccontata in modo poetico o cantato, ma soprattutto ha al suo centro l’intera vita personale dell’autore e le sue riflessioni, che possono essere condivise un po’ da tutti, soprattutto da chi ha vissuto l’esperienza del «cammino di Santiago».