Innerarity al BergamoFestival: la democrazia ora è fragile, ma rinascerà in forme nuove

In un’epoca dominata dal sovranismo la politica non deve essere costruita sulla paura, ma dev’esser capace di osare, di inseguire valori e utopie. È un messaggio di speranza quello lanciato dall’incontro di apertura del BergamoFestival 2019 «In nome del popolo sovrano. Inquietudini, sogni e realtà». Il filosofo spagnolo Daniel Innerarity, intervistato da Marco Dell’Oro, caporedattore de L’Eco di Bergamo, ha saputo tessere egregiamente il filo rosso che intreccia la realtà europea con inquietudini e sogni di chi la vive.
«Nonostante la narrazione dominante descriva l’epoca in cui viviamo come un’epoca post-democratica, io non credo che questo significhi che per la democrazia non vi sia più spazio, anzi piuttosto che proprio in un momento di grande vulnerabilità della stessa e di debolezza della politica, la democrazia abbia aperti di fronte a sé molteplici scenari» così Innerarity descrive la realtà politica contemporanea, una realtà in cui l’anello debole del sistema è la politica, incapace di incanalare le nuove manifestazioni di partecipazione democratica di stampo individualista che dalla seconda metà del secolo scorso contraddistinguono la società. «La realtà in cui siamo immersi è quella dell’inquietudine per una sovranità negativa: da un lato quella dei partiti politici distanti dalle richieste della gente, incapaci di affrontare in maniera coerente la complessità della quotidianità; dall’altra quella di una società sempre più dicotomica, lacerata fra popolo ed èlite, diffidente e disillusa nei confronti di una crescente politica deistituzionalizzata e una crisi della rappresentanza». Si potrebbe leggere la descrizione del filosofo come quella di un’epoca buia, in cui una democrazia senza politica si sia insediata a causa del disprezzo dei cittadini nei confronti della politica stessa. Eppure, in una realtà tanto complessa da spaventare governanti e governati, in cui il discorso politico è stato ridotto ad un’estrema semplificazione fondata esclusivamente su atti finalizzati soltanto al breve periodo della campagna elettorale, in cui la classe politica ha lasciato che la sovranità diventasse un bene di consumo al punto tale da essere letta dai cittadini come un limite alla rapidità della mutevolezza del cambio di opinione e di interessi, non è ancora detta l’ultima parola.
In una realtà in cui inquietudini e paura prendono il sopravvento, Innerarity augura di non credere alla retorica di coloro che ritengono la politica un’attività indegna e di sognare un futuro migliore perché «nonostante il discredito della politica e l’insoddisfattezza dei suoi attori, va considerato che la democrazia rappresentativa continua ad essere lo strumento migliore della molteplicità e che, proprio quando sembra estremamente fragile è proprio allora che, paradossalmente, può trovare l’occasione per ricrearsi con la creatività necessaria per immaginare nuovi strumenti per comprendere la complessità».