L’eco della politica, delle elezioni e dell’Europa dentro il monastero

Tra tutto il gran parlare che si è fatto sulle elezioni, che cosa ti ha impressionato di più? Che risonanze hanno queste grandi passioni pubbliche nelle quiete del monastero? Alberto

La realtà del monastero, chiuso tra quattro mura, non ci chiude in noi stesse, caro Alberto, – ce lo siamo dette più volte su queste pagine – ma apre le nostre menti e i nostri cuori al mondo intero, rendendoci particolarmente sensibili alla situazione dell’intera umanità e dei singoli paesi, a cominciare dal nostro.

La società e i suoi problemi ci stanno a cuore

Gioiamo se la situazione collettiva è caratterizzata da passi positivi, ma ci addoloriamo molto se avviene addirittura il contrario. In monastero, dunque, si ha particolarmente a cuore il cammino del nostro paese e del mondo intero: si discute, ci si informa e confronta, si prega, si invoca lo Spirito santo perché illumini le coscienze degli elettori e si segue con attenzione, passo dopo passo, lo snodarsi degli avvenimenti politici.

Anche di noi, perciò, si potrebbe dire ciò che Diogneto scrisse a proposito dei cristiani:

Abitano ognuno nella propria patria, ma come fossero stranieri; rispettano e adempiono tutti i doveri dei cittadini, e si sobbarcano tutti gli oneri come fossero stranieri; ogni regione straniera è la loro patria, eppure ogni patria per essi è terra straniera. (…) Vivono sulla terra, ma hanno la loro cittadinanza in cielo. Osservano le leggi stabilite ma, con il loro modo di vivere, sono al di sopra delle leggi”. Come cittadine italiane e europee, quindi, ci sentiamo responsabili del bene di tutti e ci impegniamo, nella semplicità del nostro quotidiano, ad edificare una società più umana e umanizzante.

La campagna elettorale urlata non ci è piaciuta

Tra tutto il gran parlare che si è fatto sulle elezioni, alcuni aspetti ci hanno impressionato in modo particolare, divenendo temi del nostro confronto comunitario.

Sono rimasta particolarmente scossa nel constatare come sia stata alta la superficialità e la leggerezza con le quali si sono affrontate, a cominciare dai vertici, le situazioni molto complesse e difficili di questa nostra storia; come si sia stati un poco “faciloni e approssimativi nel dare credito agli “slogan”, particolarmente accattivanti ai nostri giorni, ma riduttivi e parziali. Non è ammissibile che una campagna elettorale sia credibile solo se “urlata” ai quattro venti, rasentando la banalità, il grottesco, l’arroganza e l’ignoranza.

Siamo perplesse di fronte alle scelte “di pancia” degli elettori

Con dispiacere ho constatato come, troppe volte, l’unico criterio di discernimento di una parte degli elettori siano state le emozioni e le suggestioni del momento con il rischio reale che ciò si muove nelle viscere, – nella pancia – appunto, diventi determinante.

Discutibile mi è parsa la modalità con la quale si sono affrontati i temi caldi e meno caldi” di queste elezioni; piuttosto insufficiente l’approfondimento sui medesimi, e quasi assente la virtù della lungimiranza, estremamente necessaria per coloro che ci governano.

Ma, noi italiani siamo così! Buoni, solidali, onesti e grandi lavoratori, ma poco informati e formati alla lungimiranza e, forse, un poco stanchi!

Buon cammino a tutti!