Prendersi cura gli uni degli altri: il Cre degli oratori ha una marcia in più

Il Cregrest è ormai una bella tradizione e fa parte della routine estiva degli oratori. È un’occasione preziosa per bambini, ragazzi, adolescenti e giovani che si ritrovano insieme quotidianamente per un mese come una grande famiglia. Un’opportunità bella, da vivere a pieno e da non sottovalutare o ridurre a semplice abitudine estiva. In questo tempo i ragazzi sperimentano negli oratori diversi valori educativi e crescono come persone nella loro interezza. Può sembrare un tempo breve per realizzare tutto ciò, ma è sufficiente per lasciare ricordi e insegnamenti preziosi per il futuro di ciascun partecipante.

Valori educativi

“I valori educativi all’interno del Cre sono quattro – spiega don Emanuele Poletti, direttore Upee -. Il primo è quello della condivisione di un tempo disteso e prolungato. Oggi tutti vanno di fretta e nessuno ha più tempo per niente. Il Cre vuole essere un’esperienza dove bambini, ragazzi, adolescenti, giovani e adulti passino del tempo insieme e scelgono di stare insieme. È un valore aggiunto rispetto alle proposte che si fanno durante l’anno. Il secondo valore è l’occasione di costruire delle relazioni. I legami si creano tra i coetanei, ma anche tra generazioni diverse. Gli adolescenti si prendono cura dei ragazzi, i coordinatori degli animatori, gli adulti e gli anziani si mettono a disposizione per i più piccoli. È veramente bello vedere come, alla fine di un Cre, la comunità si raduni grazie alle relazioni che si sono costruite.

“Il terzo valore è il tema della gratuità, della generosità e del servizio che spicca su tutti e di cui gli adolescenti sono partecipi. Non c’è nessun’altra esperienza nei nostri territori che abbia come protagonisti un così alto numero di adolescenti che scelgano liberamente di mettere a disposizione il loro tempo per i più piccoli. È uno spettacolo impagabile. Il quarto valore è dato dal tema che viene elaborato e proposto da una redazione a livello regionale. Non vuole essere il fine per cui si fa il Cre, ma semplicemente lo strumento per far accadere tutti gli altri valori”.

Gli oratori e i Cre

Un insieme di valori a cui non si può rimanere indifferenti e da cui si può trarre molto per la propria vita. Un Cre di oratorio non punta a migliorare un ragazzo solo sotto alcuni aspetti, ma si prende cura della persona nella sua totalità. “Il valore aggiunto di fare un Cre in oratorio è il prendersi a cuore la persona nella sua interezza – prosegue don Emanuele -. Ci prendiamo cura del corpo, della mente e dello spirito di chi ci viene affidato”.

Il Cre si prende cura di un’intera comunità e l’oratorio si mette a disposizione non solo per le esigenze del territorio, ma anche per fare crescere chi gli viene affidato. “Un oratorio fa il Cre perché è un’occasione di servizio. Si cerca di soddisfare il bisogno della comunità prendendosi cura dei più piccoli. Nel mettersi a disposizione ci sono anche delle finalità educative e pastorali. Le finalità educative mirano a far diventare degli onesti cittadini, come diceva San Giovanni Bosco, i bambini e i ragazzi che prendono parte a questo servizio. Allo stesso tempo si mira anche a farli diventare dei bravi cristiani date le finalità pastorali”.

“Ciò che ci sta a cuore è che i ragazzi sperimentino le parole del Vangelo. Tutti possono sperimentare il Vangelo perché ha diversi tratti inclusivi e accoglienti. Vogliamo che anche chi non è cristiano si senta parte della comunità ecclesiale e civile che durante il Cre si va a creare”.