Grazie, dolce Elvira

Foto: Elvira Bassani

Abbiamo pianto. Ci avevi detto di non farlo, perché non volevi. Scusaci Elvira, non ci siamo riusciti. Perché con te il nostro oratorio di Telgate non perde solo una volontaria valida e generosa, ma una persona tutta d’un pezzo, con una fede che smuove le montagne, con una fiducia nei ragazzi straordinaria, con una capacità di voler bene a tutti che hanno in pochi. E tutto questo sempre con il sorriso.

Le ultime parole e gli ultimi sorrisi all’hospice

Quante risate fatte con te in tutti i campeggi vissuti insieme in questi miei nove anni a Telgate. Penso a quando in ospedale mi hai detto: “cosa vuol farci don (mannaggia a quel “lei” che non hai mai convertito in “tu”!), il Signore mi vuole là… devo andare. La predica la fa lei!”. Penso a quando, all’hospice, quando parlare ti era difficile, parlavi col sorriso. Ancora l’ultima volta, tre giorni prima di partire per il cielo, con voce flebile ma decisa, mi chiedevi: “Don, il CRE? State preparando? Mi saluti i ragazzi. E il campeggio a Colere? Don mi spiace tanto che non posso venire ad aiutarla”. E i miei occhi si gonfiavano. Non sono riuscito a risponderti, ti ho preso la mano e ti ho sorriso.

Preoccupata degli altri, fino all’ultimo

Ti ho chiesto se qualcosa ti preoccupasse in particolare: mi aspettavo mi rispondessi la paura di morire. Invece no: “mio marito, mio figlio, la mia suocera che è anziana poverina… e poi io volevo fare tante cose in oratorio adesso…”. Il tuo pensiero, prima di partire, erano gli altri, eravamo noi. Poi sei andata in Paradiso. La tua casa è stata per tre giorni un santuario d’amore: mamma mia, quanta gente. E quanti pianti sinceri. C’erano i tuoi cari accanto a te. Quando sei arrivata a casa, nella tua bara chiara e grezza, abbiamo pregato con loro mettendo le nostre mani sul coperchio, per farti sentire che eravamo lì.

Il pomeriggio ero in oratorio. Guardavo le stanze dove pensavamo insieme gli sviluppi del progetto “Donarsi” per le terze medie, che avevi fondato nel 2003 con altre mamme su richiesta di don Luca. Guardavo il bar dove facevamo le nostre merende e le nostre chiacchierate. Riascoltavo i tuoi messaggi audio nei quali, pur nella malattia, sapevi far battute. Quanto mi manca già il tuo “bye bye” che chiudeva le nostre conversazioni.

Quanto bene ci hai fatto

E poi il tuo funerale. La chiesa faticava a contenere tutti. Sull’altare, quelli che chiamavi “i miei preti”: eravamo tutti lì… io, don Mario, don Luca, don Antonio, don Tarcisio. Quanto bene ci hai fatto. Io poi, arrivato a 26 anni a Telgate, essendo di un anno soltanto più vecchio di tuo figlio Marco, ero per te come un figlio. Mi richiamavi quando facevo le mie sparate, quando ero imprudente nelle mie pubblicazioni sul bollettino parrocchiale o sui social.. “Don, va bene la sincerità, ma ci vada piano… non tutti capiscono il suo stile così diretto, sia più diplomatico!”. Ho imparato tanto da te Elvira, ti devo molto.

Voglio condividere anche qui le ultime frasi che ho pronunciato nell’omelia al tuo funerale, dove mi hai concesso di non piangere, dopo che prima di iniziare la celebrazione ogni volta che arrivavo a metà omelia dovevo fermarmi… (infatti l’ho scritta, così che, nel caso, leggesse qualcun altro..): Potrei proseguire per ore, ma so che devo lasciarti andare. Ma permettimi un ultimo ricordo e un’ultima richiesta. Quando tornavamo dalle gite lunghe, in montagna, i ragazzi salivano nelle stanze per le docce, prima di cena. Davamo loro l’orario limite e, puntualmente, ritardavamo. Non per colpa mia, lo sai Elvira… sono le ragazze che hanno i capelli lunghi e impiegano tanto tempo ad asciugarli! E allora arrivavi tu, col tuo passo svelto e scandivi quella frase divenuta per noi una tradizione: “Don, dica ai ragazzi di sbrigarsi! Noi cuoche siamo operative!”. Ecco Elvira,… per favore… resta operativa! Mettiti alla porta del Paradiso, come facevi quando ci aspettavi, salutaci da lontano col sorriso di sempre e aprici la porta quando, terminata questa gita così bella, ma anche così faticosa, che è la vita, finalmente, torneremo a casa! Grazie Elvira, di tutto!