Molti partono per un’esperienza in paesi di missione. E sono giovani

Ho letto di un centinaio di ragazzi della nostra diocesi che partono per esperienze estive in paesi di missione. Mi sono sentito rinfrancare. Dunque ci sono dei giovani che hanno ideali buoni e impegnativi. Mi sono detto che la buona qualità compensa la poca quantità. Tu cosa ne pensi? Paolo

Caro Paolo, i giovani sono portatori di una una grande ricchezza che spesso non riusciamo a vedere sollecitati dai mass media o dai social che propongono solo su di loro notizie allarmanti. Con sofferenza notiamo l’incapacità di molti giovani a essere protagonisti della loro vita, ad avere un errato senso della libertà e ad essere affascinati dal rischio. Una ricerca che, a volte, nasce dalla paura, da un vuoto, e che alcuni giovani inseguono, come surrogato emotivo, nelle situazioni più diverse: nell’abuso di alcol, nella droga, nelle discoteche, nella velocità e nello stordimento.

Molti giovani preparano un futuro diverso

Le ferite che li affliggono sono evidenti, ma non possiamo generalizzare o non credere alle potenzialità presenti ancora nel cuore di tanti. Non possiamo tacere tutto un mondo di giovani che si interrogano, che cercano un senso alla vita, che si mettono in cammino vivendo esperienze di servizio a favore di fratelli sofferenti o provati da ogni genere di  difficoltà. C’è ancora un mondo giovanile “impegnato”, che non fa rumore o non appare sui media, ma che silenziosamente cerca di porre gesti significativi che seminano una nuova umanità e preparano un futuro di speranza.

In alcuni di essi riconosciamo un desiderio di Dio, anche se non con tutti i contorni del Dio rivelato. In altri possiamo intravedere un sogno di fraternità, che non è poco. In molti ci può essere un reale desiderio di sviluppare le capacità di cui sono dotati per offrire qualcosa al mondo. In alcuni vediamo una particolare sensibilità artistica, o una ricerca di armonia con la natura. In altri ci può essere forse un grande bisogno di comunicazione. In molti di loro troveremo un profondo desiderio di una vita diversa.

Sono autentici punti di partenza, energie interiori che attendono  con apertura una parola di stimolo, di luce e di incoraggiamento. Che siano tanti o pochi , non importa. Ciò che è significativo è la loro presenza che dona speranza!

Penso poi ai giovani che scelgono di vivere un’esperienza estiva in terra di missione, a quelli che si adoperano nel volontariato, a quelli che si impegnano per acquisire una professionalità che possa divenire un servizio alla vita, a quelle migliaia di giovani che hanno accolto l’invito del Serming nella nostra città di Bergamo per celebrare la Pace. Eventi quotidiani o straordinari che dicono un anelito del cuore, un desideri di pienezza di vita,  sogni che abitano l’interiorità e che attendono di essere compiuti.

Purtroppo a volte non si realizzano perché non trovano spazi adeguati, adulti capaci di porsi accanto come guide  nel dispiegare le “tracce” che possano orientare il cammino, presentando il volto attraente del Figlio di Dio come compagno nel viaggio.

Una “chiamata” continua a risuonare

Sebbene il frastuono e lo stordimento sembrino regnare nel mondo,  la chiamata del Signore a fare “qualcosa di grande” continua a risuonare nell’animo di molti giovani per aprirli alla pienezza della gioia. I sogni grandi sono quelli che danno fecondità, sono capaci di seminare pace, fraternità, perché pensano a tutti  con il “noi”. Chi ha sogni grandi accetta anche il rischio di intraprendere una strada impegnativa, non  secondo i criteri della comodità e del successo, ma nel mettere in gioco tutto sé stessi per realizzare l’ideale del cuore.

Credo occorra dare fiducia ai giovani, riconoscendo il positivo di cui sono portatori perché essi sono il futuro del mondo. Un mondo che noi adulti abbiamo preparato e che ci chiama a un serio esame di coscienza sulla qualità della nostra testimonianza  di umanità e di fede cristiana, sulla fedeltà alle nostre promesse di vita.

Accompagniamoli con la preghiera e con la nostra vicinanza di padri, di madri e di fratelli e sosteniamoli il nel cammino.  Che le parole di papa Francesco siano il nostro augurio per loro:

Cari giovani, saremo felici nel vedervi correre più velocemente di chi è lento e timoroso. Correte “attratti da quel Volto tanto amato, che adoriamo nella santa Eucaristia e riconosciamo nella carne del fratello sofferente. Lo Spirito Santo vi spinga in questa corsa in avanti. La Chiesa ha bisogno del vostro slancio, delle vostre intuizioni, della vostra fede. Ne abbiamo bisogno! E quando arriverete dove noi non siamo ancora giunti, abbiate la pazienza di aspettarci”.