L’intera diocesi è ancora profondamente scossa per la morte improvvisa di don Edoardo Algeri, 56 anni, scomparso nel primo pomeriggio di venerdì 2 agosto. Era molto conosciuto e stimato nella nostra diocesi e non soltanto. Era nato a Bergamo il 12 gennaio 1963, ma la sua famiglia è originaria della parrocchia di Torre de’ Roveri. Ordinato sacerdote il 18 giugno 1988, era stato inviato a Roma per perfezionare gli studi alla Pontificia Università Gregoriana, conseguendo la licenza in Teologia morale e la laurea in Psicologia, per poi superare l’esame di Stato in Psicologia all’Università La Sapienza e l’iscrizione all’albo dell’Ordine di Lombardia. Tornato in diocesi nel 1996, era stato nominato dal vescovo Roberto Amadei direttore dell’Ufficio diocesano per la pastorale della famiglia, incarico che aveva ricoperto ininterrottamente fino al 2018. In questo suo intenso e lungo impegno, aveva curato vari appuntamenti diocesani annuali: la giornata per la famiglia, la veglia per la vita e la veglia per i fidanzati in parrocchie diverse ogni anno. Dei fidanzati curava anche i corsi di preparazione al matrimonio che si tenevano nella diocesi. Aveva dato anche un deciso impulso al Forum delle associazioni familiari, dove si dibattono e si difendono le prerogative della famiglia. Inoltre seguiva il cammino dei vari Consultori familiari diocesani. Grazie alla sua esperienza, nel 2010 era stato scelto come consulente ecclesiastico della Confederazione italiana consultori familiari di ispirazione cristiana, di cui dal 2017 era diventato presidente nazionale. Inoltre presiedeva la Federazione lombarda dei centri di assistenza alla famiglia e la Fondazione lombarda servire la famiglia.
Contemporaneamente agli impegni di Curia, don Algeri era stato docente in Seminario (1996-2000), membro del Consiglio pastorale diocesano (1996-2018), padre spirituale della comunità di Teologia in Seminario (2001-09) e anche della Scuola vocazioni giovanili (2009-11). «Ha dimostrato tanta passione e competenza come padre spirituale dei giovani», ricorda monsignor Pasquale Pezzoli, parroco di Santa Caterina e in precedenza rettore del Seminario.
Don Algeri era molto legato alla parrocchia di Santa Caterina, dove aveva abitato per oltre vent’anni e dove ogni giorno celebrava la Messa nel santuario dell’Addolorata. «Era una persona molto fine e delicata — racconta il parroco emerito monsignor Andrea Paiocchi —. Nel borgo lo conoscevano un po’ tutti. Era sempre presente alle feste annuali dell’Apparizione e alla processione serale del 18 agosto, che quest’anno saranno orfane di lui». Molto commosso anche don Alberto Varinelli, vicario interparrocchiale di Grumello e Telgate, sacerdote da nove anni, nativo di Santa Caterina. «L’ho conosciuto quando ero in seconda media e gli facevo da chierichetto durante la Messa. Fin da allora e nel corso degli anni in Seminario, mi confidavo con lui e i suoi consigli erano preziosissimi». Don Varinelli ama ricordare don Algeri con tre termini: bontà, umiltà, coraggio. «Era buono di natura. parlando con lui, sapeva trasmettere una bontà incredibile. Era molto umile: mai faceva pesare la sua cultura enciclopedica. Poi aveva il grande dono di infondere coraggio e speranza».
Da un anno don Algeri risiedeva nella parrocchia di Boccaleone. «Ogni giorno celebrava la Messa da noi — racconta il parroco don Giuseppe Rossi —. Lo conoscevo dal tempo in cui collaboravo con lui nell’ambito del cammino dei fidanzati. La sua scomparsa lascia un grande vuoto». Don Algeri era anche uno stimato direttore spirituale di persone, soprattutto le coppie di fidanzati e di coniugi.
La camera ardente allestita nella casa di famiglia di via Leopardi 1 a Torre de’ Roveri è meta di un continuo e commosso passaggio di persone per un ultimo saluto. Ricordiamo la veglia di questa sera alle 20 e domani alle 10 i funerali presieduti dal vescovo Francesco Beschi nella chiesa parrocchiale di Torre de’ Roveri. Il sindaco del paese ha proclamato per questa giornata il lutto cittadino.