Il sorriso di Erica

Foto: Erica Frosio

Giorno di gita con i ragazzi della vacanza a Colere con l’Oratorio di Telgate. Meta è lo splendido Santuario della Madonna delle fontane, che si raggiunge dal paese di Colere con una camminata di un’oretta nel bosco. A lato del Santuario scorre il torrente che attraversa la Val di Scalve: lì si creano delle pozze nelle quali i ragazzi fanno il bagno volentieri, immersi in un paesaggio montano stupendo.

Il tempo della vacanza con i ragazzi è per me tempo prezioso, perché essendo disteso e non contrassegnato da un’agenda che ad ogni ora associa un appuntamento o un impegno, mi permette di fermarmi ad ascoltare le persone e di scambiare, in modo informale, qualche parola con i miei ragazzi.

Erica: dopo la morte di una persona cara bisogna “andare avanti”

Voglio parlare con Erica, una ragazzina sveglia, di prima media, presente insieme alla sorella Alessandra, di diciotto anni, che è animatrice ed è stata anche coordinatrice del CRE. Scegliamo un sasso grande a bordo del torrente. La sera prima abbiamo ricordato la nostra volontaria Elvira, da anni cuoca nelle nostre uscite di Oratorio, recentemente scomparsa. Avevo posto una domanda, dopo aver ricordato Elvira, tenendo in mano una sua foto, poi appesa in sala da pranzo: “Secondo voi, ragazzi, noi cosa possiamo fare di fronte alla morte di una persona che ci è cara?”. A questa domanda aveva risposto, con tono sicuro, proprio Erica: “Andare avanti”. Sì. Proprio così. Erica lo sa bene. Papà Tiziano è andato in Paradiso lo scorso mese di febbraio, a pochi giorni dal compimento dei suoi 48 anni, dopo aver lottato due anni contro una malattia terribile.

“Il papà non c’è più. Vorrei star sola…”

“Come va, Erica?”. “Così così don, perché il papà non c’è più”. Due lacrimoni rigano il suo volto simpatico e sempre sorridente. “Ti capisco Erica. Come ti trovi qui? Stai bene con gli altri? O vorresti star sola?”. “Sto bene, mi sto divertendo. Ma a volte vorrei star sola, per pensare a papà”.

Chiacchieriamo un po’, proviamo a ragionare sull’importanza che non manchino momenti da sola per pensare e parlare con papà Tiziano che è in Paradiso, ma anche dell’importanza di stare con gli altri, perché ciò che lui vuole è che lei viva la vita pienamente, senza che il dolore la schiacci. Le raccomando di non aver paura di parlare di papà e di non aver vergogna di piangere: siamo uomini e il dolore fa parte della nostra avventura sulla terra. Non c’è nulla di male nell’esternarlo e nel dire chiaramente che stiamo facendo fatica. Del resto, nemmeno la fede toglie il dolore, ma può indicare la strada per attraversarlo. Parliamo anche della preghiera, di come essa si trasforma nella vita, a seconda degli eventi che segnano quest’ultima. Mi parla, con una maturità che va ben oltre i suoi dodici anni, della sua preoccupazione perché la sua mamma stia bene e di come lei stia facendo il possibile per ottenere questo.

“Vorrei che il papà si facesse sentire”

Erica mi porta anche  una sua esigenza, con una dolcezza che mi commuove: “Vorrei che il papà si facesse sentire, sì insomma, che mi desse un segnale…”. “Ci sono i segnali della presenza di papà, Erica. Ci sei tu, innanzitutto, che vivi quanto ti ha insegnato, C’è la mamma, c’è Alessandra, c’è la tua famiglia che ti vuol bene e alla quale vuoi bene. La presenza di papà sentila qui, nel bene che vuoi agli altri, nell’impegno che metti nel fare le cose e nella gioia che provi. Ti scoprirai capace di fare quello che non penseresti. E questo viene dal cielo”. Torniamo nel gruppo; i ragazzi si stanno asciugando dopo il bagno e devono prepararsi per la Messa che celebreremo proprio nel Santuario, recentemente restaurato anche con l’aiuto di Gianni, nostro volontario ai campeggi di Telgate, che ha contribuito con la sua arte da esperto piastrellista a far tornare questo tempio all’antico splendore. A Messa celebro a suffragio dell’anima di Tiziano. Legge Erica le letture. A fine Messa sorride.

La ringrazio di cuore per avermi permesso di mettere per iscritto qualcosa del nostro dialogo: sa che potrà aiutare anche altri che vivono la sua stessa situazione. La vita deve andare avanti: nel cuore abitano il ricordo e la preghiera. Sul volto di Erica, nonostante la fatica, fa da padrone un sorriso splendido. Come quello del suo papà.