“Stiamo giocando ai pirati. Mettiamo le barche in mare, andiamo a cercare i tesori”. “Che bello, e come si chiama il tuo nuovo amico?”. “Boh, non capisco niente di quello che dice”. Sì, perché il bambino appena conosciuto in riva al mare è slovacco. Effettivamente anche io punto a farmi comprendere a gesti. Eppure i due nuovi compagni d’avventura sembrano intendersi alla perfezione, senza bisogno di parlare. O meglio, spiegandosi ognuno nella propria lingua.
E mentre li osservo penso a quanto le vacanze, da quando le passo coi miei figli, abbiano cambiato faccia. Ho sempre adorato viaggiare, partire con lo zaino in spalla e improvvisare mete e incontri. Con i bambini non ho smesso di farlo. Col camper, in campeggio, in case in affitto trovate all’ultimo minuto. Quel che conta è partire. Anche quando non ci si può concedere molto. Come quest’anno, che questa breve settimana di tregua me la sono ritagliata coi denti.
Ma partire, ovunque si vada, è sempre una splendida occasione per crescere. Negli anni ci è captato di incontrare una bimba nepalese che a suon di colori e sorrisi ci ha immersi nelle tradizioni di una terra piena di fascino. Abbiamo conosciuto bimbi tedeschi dai capelli biondissimi e dalle gambe lunghe e mai ferme, capaci a quattro anni di arrangiarsi in tutto, di salire in sella a una bici e di seguire il resto della famiglia su piste ciclabili infinite. Abbiamo improvvisato cenette in riva al mare con bambini pugliesi che ci hanno insegnato il loro dialetto e che ci hanno fatto assaggiare parmigiane e piatti di riso, patate e cozze che ancora oggi ricordiamo.
I bambini hanno una capacità d’adattamento pazzesca. Puoi portarli ovunque, troveranno sempre il modo per divertirsi, per farsi nuove amicizie, per imparare, per fare casino. E per noi genitori è ogni volta una lezione di vita. Certo, non sempre tutto fila liscio. Le vacanze coi figli sono tutt’altro che rilassanti, una volta tornati bisognerebbe ripartire per una settimana in solitaria. Ma sono esperienze uniche che si trasformano, anno dopo anno, seguendo passo passo la nuova consapevolezza dei bambini che crescono. E tu, adulto, scopri ogni volta di poter maturare. Apri gli occhi, tocchi con mano contesti completamente diversi dal tuo, ti rendi conto che tutto è relativo. Quel che conta è dare ogni volta il massimo, far del proprio meglio. E non chiudere mai la porta davanti a nuove esperienze che bussano.