ArteXiCre memories: leggersi per raccontarsi, non si giudica un libro dalla copertina

È quasi ora di tornare a scuola, ma vi regaliamo ancora qualche ricordo della “Bella storia” vissuta durante l’estate con i laboratori di ArteXiCre, perché restano come semi di creatività nella vita degli oratori e magari, chissà, si possono riprendere e replicare in modi diversi nelle comunità locali.

A due passi da Piazza Duomo, due rampe di scale portano dritte nella grande sala dell’Ex Ateneo. Fu costruito nel 1818 e per più di un secolo ha ospitato l’Ateneo di Scienze, Lettere e Arti, antica associazione culturale della città. In precedenza era sede del Lapidario di Bergamo, custodendo lapidi, iscrizioni e materiale archeologico. Sorge sopra il Fontanone Visconteo, un serbatoio risalente al 1342 dalla capacità di ben 22.000 ettolitri, preziosa riserva idrica per la città in caso di assedio. “Durante ArtexiCre- spiega Giovanni Berera, alla guida dei Dipartimenti Educativi del Museo Bernareggi -l’Ex Ateneo ha ospitato una mostra dedicata a Maria Lai, artista italiana, celebre in tutto il mondo, di cui ricorre il centenario della nascita”. Quest’anno quindi ArtexiCre si è spinta oltre: ha creato una mostra ad hoc dal titolo ACROBAZIE SUL FILO DEL MISTERO, che ospita due libri di Maria Lai, uno in terracotta ed uno in stoffa cucito, ed altri libri di Mario Consoli, Marco Grimaldi, Marco Rossi e Giovanni Bonaldi. “I libri d’artista sono molto speciali- spiega Berera –spesso sono libri senza parole. Sono aperti ma illeggibili, come la vita di tutti i giorni, che è aperta ma spesso si fa fatica a decifrarla”. I ragazzi sono stati quindi invitati a scoprire la serie dei libri cuciti di Maria Lai, in cui il filo traccia parole illeggibili eppure ricche di significato: il ritmo del tracciato racconta una storia invisibile, un legame emotivo, senza barriere di alfabeto e di linguaggio, che lega l’artista e il lettore di ogni tempo e luogo. Nel laboratorio in collaborazione la Fondazione Bortolaso Totaro Sponga di Como denominato LEGGERSI PER RACCONTARSI – NON SI GIUDICA UN LIBRO DALLA COPERTINA, i ragazzi hanno provato a fare lo stesso e, partendo da materiali, immagini e parole “prese in prestito” da altri, sono stati chiamati a rileggere la propria storia sotto forma di libro. A partire dalla scelta della copertina, immagine di noi esposta al mondo, cercheranno di rilegare i tanti aspetti di loro stessi per comporre un libro in cui esperienze passate e sogni futuri si intrecciano per raccontare ciò che siamo.