Un percorso d’arte, storia e fede, un nuovo spazio espositivo affacciato su Piazza Duomo: il progetto della diocesi di Bergamo è stato presentato questa mattina nella curia vescovile. Per concludere i lavori saranno necessari circa tre anni e tre milioni di euro, un investimento importante per offrire, come ha sottolineato don Fabrizio Rigamonti, direttore dell’ufficio cultura e beni culturali e della Fondazione Bernareggi, “Una proposta interessante per tutta la città”.
Passato, presente e futuro si intrecciano nell’allestimento dei nuovi spazi espositivi, come ha sottolineato il vescovo, monsignor Francesco Beschi: “L’immagine che accompagna questa presentazione è quella di ali per volare e radici che affondano nella storia propria di questi luoghi affascinanti. Non parliamo solo dell’inizio dei lavori per la realizzazione di questo spazio espositivo che chiamiamo Museo diocesano, ma qualcosa di ancora più importante”. Questi nuovi spazi, infatti, offrono una chiave di lettura della storia della città e si aggiungono a un patrimonio molto ricco e sfaccettato di luoghi e opere in Città Alta: “L’aula pista – ha osservato il vescovo – è un autentico gioiello incastonato in una corona di gioielli, nel cuore di Città Alta e di Piazza Vecchia, in armonia con gli edifici che la circondano. Ora è un po’ nascosta, defilata, in futuro sarà più accessibile”. Un progetto che mette le ali permettendo di offrire spazio alla creatività, alle esposizioni temporanee, alla ricerca: “Non non vogliamo esserne solo custodi del patrimonio del passato – ha sottolineato monsignor Beschi – ma guardare al futuro”. L’Aula Picta diventa infatti il fulcro di un progetto espositivo che “alimenterà la bellezza degli spazi che conosciamo” e offrirà nuova luce al patrimonio del Museo diocesano, “come elemento di crescita culturale e spirituale. La fruizione di beni artistici e culturali è oggi un fenomeno molto ampio, pone molti interrogativi, ci preme che sia anche ricca di senso”. Il progetto è il frutto della condivisione con la Soprintendenza e la città: “Dà un contributo al territorio e va a incidere su tutte le realtà che si affacciano su questo luogo”.
Le pietre raccontano una storia inedita
“Questo è un luogo che raccoglie architetture preziose – osserva l’architetto Giovanni Tortelli, progettista, tra gli specialisti di luoghi espositivi dedicati all’archeologia -. Nella fase preliminare abbiamo studiato gli spazi: le pietre sanno davvero parlare a chi le ascolta e le legge con attenzione. Abbiamo esplorato con particolare attenzione i piani fondi sotto l’Aula Picta, fino poco tempo fa usati come magazzini, per individuare gli spazi di esposizione e di servizio necessari al nuovo museo. Abbiamo fatto scoperte davvero interessanti: mosaici del primo-secondo secolo, che appartenevano a una residenza romana. Abbiamo scoperto anche la pavimentazione originale e alcuni archi che erano stati coperti e in parte interrati. Scavando più in profondità, al livello originale, possiamo ottenere spazi più ariosi e vivibili. Al piano terra sotto la pittura bianca che copriva le travi del soffitto abbiamo trovato decorazioni originali a foglie di agrifoglio del Quattrocento che ora saranno riportate alla luce. L’ingresso sarà aperto da un cancello accanto al battistero ora chiuso e sarà creato un camminamento a livello di piazza Vecchia per l’ingresso nel Museo. Anche la curia avrà un nuovo ingresso, ridisegnato in base alle nuove esigenze”. I lavori procederanno per lotti: prima l’Aula Picta e i piani fondi, poi il piano terra, infine il tempio di Santa Croce e le aree annesse, dove ci sarà anche uno spazio espositivo per le mostre temporanee. Il nuovo allestimento sfrutterà diversi linguaggi e possibilità, accostando il potere immersivo della contemporaneità al fascino del passato.
Un progetto condiviso, a servizio della città
Tutto il progetto è stato condotto fin dall’inizio in collaborazione con la Soprintendenza all’archeologia, belle arti e paesaggio: “Abbiamo condiviso questo percorso fin dall’inizio negli intenti e nei metodi – spiega l’architetto Cinzia Robbiati, funzionario della Soprintendenza -. Lo studio preliminare ha messo in evidenza i diversi usi che questi spazi hanno avuto nel tempo e la diversa presenza dell’uomo, offrendo la possibilità di scoprire aspetti inediti e di grande interesse. Non ci aspettavamo di trovare così tanto. Ci siamo impegnati per individuare le corrette tecniche di valorizzazione dei reperti, anche in base all’utilizzo che sarà fatto di questi spazi”.
Il progetto dello spazio espositivo dell’Aula Picta contribuirà ad arricchire il lavoro di valorizzazione degli edifici affacciati su Piazza Vecchia e in generale su Città Alta compiuto dal comune: “Sono rimasto colpito e sorpreso – ha sottolineato il sindaco Giorgio Gori – dai ritrovamenti e dalla scelta della diocesi di fare un investimento importante a vantaggio di tutta la città. Questo progetto è un arricchimento del valore artistico collettivo, con un concentrato rilevante di storia e cultura, che con il Museo della Cattedrale permette di ricostruire e leggere le radici cristiane della città, a partire dai primi insediamenti. Intanto il Comune sta proseguendo i lavori del Palazzo della Ragione con un forte impegno perché anche il palazzo del podestà e la chiesa di San Michele siano fruibili e aperti al pubblico. Sono affascinato dall’idea di una forte collaborazione tra i diversi soggetti che si occupano degli edifici affacciati sulla piazza: il Comune, la Mia, la diocesi, le fondazioni, perché questo patrimonio possa essere reso disponibile nel modo migliore a concittadini e turisti. D’altra parte sono consapevole della necessità di evitare che questo spazio, dove si concentrano molti elementi attrattivi, risulti eccessivamente congestionato. Per evitarlo ci proponiamo di valorizzare anche altri itinerari attraverso Città Alta, cercando di migliorarne anche l’accessibilità”. Per approfondimenti consulta il sito della diocesi di Bergamo.
(Nella foto un particolare del tempietto di Santa Croce)