Cellule, filamenti di dna, batteri e virus: generalmente compaiono nei documentari o sui testi di Scienze, e catturano per un certo, misterioso fascino estetico. Ma come si fa a “Raccontare l’invisibile” con un’opera d’arte? E’ l’obiettivo di un singolare progetto a cura di Agustin Sanchez promosso dall’Accademia di belle arti G. Carrara di Bergamo e da CNR-ITB nell’ambito della XVII edizione di BergamoScienza. Sono stati coinvolti una decina di giovani artisti: Giovanni Fredi, Marta Galmozzi, Matteo Girola, Giorgio Mininno, Federica Mutti, Sara Ravelli, Lia Ronchi, Ilaria Sponda, Giulia Spreafico, Carloalberto Treccani.
Le loro opere sono esposte nello spazio Giacomo di via Quarenghi 48 c/d e si possono vedere fino al 12 ottobre ogni pomeriggio dalle 15.30 alle 18.30 e poi dal 14-19 ottobre dalle 15.30-18.30 solo su appuntamento.
L’argomento è intrigante, si sofferma sull’infinitamente piccolo, sull’invisibile, ciò che sfugge all’esperienza e alla percezione visiva, e che può essere descritto soltanto dalle scienze, come la fisica quantistica. Il movimento delle particelle resta occulto ai sensi e non può essere compreso dalla ragione.
Dopo l’esperienza maturata nel progetto “Artist-in-residence Kilometro” Rosso arrivato alla terza edizione, l’Accademia di Belle Arti di Bergamo con la stessa formula propone un nuovo progetto con un nuovo partner, l’Istituto di Tecnologie Biomediche del CNR di Milano, portando così le sinergie fra sperimentazione artistica e ricerca scientifica oltre la realtà di Bergamo.
Il progetto è un laboratorio di ricerca artistica nel quale, dopo una accurata selezione, dieci giovani artisti hanno avuto l’opportunità di conoscere l’istituto di Tecnologie Biomediche del CNR e di sviluppare un percorso artistico personale in dialogo con i ricercatori. Le opere generate da questo incontro raccontano una realtà ad alta complessità scientifica e tecnologica in cui ogni artista, attraverso il proprio linguaggio, parla di ricerca.
La mostra “Raccontare l’invisibile” rappresenta la fase finale di presentazione al pubblico delle opere realizzate dai dieci giovani artisti in residenza presso i laboratori di ricerca del CNR-ITB.
Ogni artista è entrato in contatto con un laboratorio diverso, e da lì è partito per realizzare il proprio lavoro: Matteo Girola si è occupato di Bioimmagini,Marta Galmozzi di Epidemiologia, Sara Ravelli di Proteomica, Federica Mutti di Biologia cellulare, Giulia Spreafico di Bioinformatica, Lia Ronchi di Genomica, Ilaria Sponda di Neuroscienze, e il Collettivo Bma (Carlo Alberto Treccani, Giorgio Mininno, Giovanni Fredi) si è infine occupato di Fisiologia.
Il catalogo della mostra edito da Lubrina con testi di Michele Bertolini, Mario Cresci e Nadia Ghisalberti sarà presentato sabato 19 ottobre alle 18. Per informazioni: accademiabellearti.bg.it
cnr.artescienza.eu.
Raccontare l’invisibile: l’opera di 10 giovani artisti dà nuove forme alla scienza
