La festa del Señor de los Milagros a Bergamo: «La fede spalanca le porte a ogni popolo e cultura»

«Anche questa festa esprime il respiro universale delle tradizioni religiose che arricchiscono la Chiesa cattolica. Infatti, la fede spalanca le porte a ogni popolo e cultura. E le diversità delle tradizioni religiose sono una ricchezza che apre gli orizzonti». Sono le parole di don Mario Marossi, cappellano della missione Santa Rosa da Lima per i cattolici latinoamericani, domenica 20 ottobre, nella basilica di Sant’Alessandro in Colonna, nella Messa per la solennità del Señor de los Milagros (il Signore dei Miracoli), che è la festa religiosa nazionale del Perù e anche dei 1.300 peruviani che risiedono in terra bergamasca e molti ormai cittadini italiani. Oltre all’assessore comunale Giacomo Angeloni in rappresentanza dell’amministrazione cittadina, in basilica erano presenti anche numerosi italiani, attirati da questa devozione che è cemento dell’unità nazionale peruviana. Infatti, affonda le radici nel 1650, quando alcuni schiavi neri edificarono nei dintorni della capitale Lima un luogo di culto e soccorso ai malati, in cui, sul muro di un magazzino, nel 1651 uno schiavo dipinse il Señor de los Milagros. L’immagine uscì totalmente indenne da diversi terremoti e da un maremoto che nel 1687 distrusse gran parte della capitale. Eventi che portarono il popolo a ritenere miracolosa l’immagine. Nel 1687 venne eseguita una tela, copia esatta del dipinto sul muro. Nel 1747 dietro la tela venne raffigurata la Madonna della Nube, apparsa a Quito, capitale dell’Ecuador, nel 1696. Il grande dipinto portato in processione nella festa a Bergamo è stato realizzato nel 2005 da un docente di Belle arti di Cuzco, che allora risiedeva a Bergamo. Per la prima volta, quest’anno l’immagine era contornata da una cornice d’argento realizzata in Perù.

Fra i concelebranti c’era don Sergio Gamberoni, neodirettore dell’Ufficio migrantes. «Porgo i miei auguri al popolo peruviano», ha detto prima della benedizione, ricordando poi la figura del martire bergamasco Beato don Sandro Dordi, «che ha dato la vita per le popolazioni del Perù». Al termine della Messa, durante la quale letture e preghiere sono state declamate anche in lingua spagnola, con i canti accompagnati dal «charango», tipico strumento peruviano, una donna peruviana, davanti alla venerata immagine, per tre volte ha ripetuto ad alta voce «Viva el Señor de los Milagros», intercalato dal «Viva» dei peruviani presenti. Quindi l’inizio della processione con l’immagine sorretta dai «cargadores» (i portatori), membri di una confraternita omonima, procedendo con un leggero zigzagare. Subito una sosta sul sagrato, dove la banda cittadina di Ponte San Pietro ha intonato gli inni del Perù e dell’Italia, quest’ultimo cantato anche da tanti giovani peruviani. Quindi l’avvio della processione per le vie vicine alla basilica, mentre le «haumadoras» (le donne incensatrici), procedendo in senso contrario, hanno continuato a incensare l’immagine e altre donne, a tappe, cambiavano i fiori che la adornavano.