Dispensa Sociale a Bergamo: trasformare gli scarti in risorsa per combattere la povertà

Ogni anno nel mondo vengono sprecate oltre un miliardo di tonnellate di cibo, che corrispondono circa al 30% della produzione totale. In Italia, lo spreco alimentare è pari al 2% della produzione, per un totale di 65 chilogrammi per persona. Accanto o, meglio, in contrapposizione a questi grandi numeri che dipingono una relazione catastrofica fra l’uomo e il cibo, esistono, però, piccole realtà virtuose, che ribaltano questo paradigma, valorizzando tutto ciò che è scarto e trasformandolo in risorsa: la “Dispensa Sociale” di Bergamo, in via Galimberti, nel quartiere di Redona, è una di queste. «La “Dispensa Sociale” è un progetto di economia circolare pensato a seguito dell’emanazione della Legge “Gadda” (legge n. 166/2016, ndr), normativa che regolarizza la donazione di prodotti alimentari prossimi alla data di scadenza piuttosto che con difetti dell’imballaggio da parte dei produttori o della Grande Distribuzione ad enti ONLUS di secondo livello» spiega Rinaldo Paganelli, responsabile della Dispensa.

L’idea alla base della Dispensa è quella di intercettare la Grande Distribuzione, quella con maggiori eccedenze, come fa notare Paganelli, in modo da recuperare tutti gli alimenti che verrebbero buttati per ridistribuirli ad associazioni o istituzioni religiose che possano donarle a persone che ne abbiamo bisogno. «La funzione della Dispensa è quella di essere un punto di incontro fra il possibile spreco alimentare della Grande Distribuzione e tutte quelle associazioni che recuperano alimenti da poter ridistribuire. La Dispensa permette a queste esigenze di trovare vicendevole risposta (dal momento che la donazione di alimenti da parte dei supermercati garantisce a questi la propria rendicontazione sociale, ndr) e si inserisce perfettamente nell’operatività della Cooperativa Namasté, cui fa riferimento, che è quella di essere a servizio della fragilità, degli scarti, per trasformarli in risorse: la Dispensa, infatti, ha una duplice funzione, dal momento che oltre a ridare valore a quel cibo che altrimenti verrebbe sprecato, garantisce l’inserimento lavorativo di persone con disabilità, quelle che il produttivo mondo del lavoro lascerebbe ai margini.

«La Dispensa, oltre a detenere l’intrinseco valore di essere un esempio concreto di economia circolare, presenta come valore aggiunto alla sua unicità il fatto che costituisca l’unico esempio, all’interno del territorio bergamasco, di progetto di recupero alimentare così sistematizzato – commenta Pierantonio Bombardieri, rappresentante dell’Area Fame di Lions, ente finanziatore del progetto, che continua – La Dispensa, infatti, è unica nel suo genere perché si occupa principalmente di ritirare prodotti freschi dai supermercati e frutta e verdura dal Mercato ortofrutticolo, stoccandoli, garantendo così la catena del fresco, in una cella frigorifera, in cui vengono selezionati e smistati prima di essere donati». Oltre a garantire la catena del fresco, la Dispensa opera grazie ad un ormai rodato, benché ancora giovane (la Dispensa è, infatti, operativa da marzo 2019), sistema: lunedì, mercoledì e venerdì mattina i volontari, secondo uno schema concordato con i cinque supermercati che, per ora, fanno parte del progetto, ritirano gli alimenti con il furgone, li trasportano alla Dispensa e li smistano, in modo da poterli poi ridistribuire. Il sabato mattina sempre i volontari si recano al Mercato ortofrutticolo dove selezionano frutta e verdura da recuperare, la trasportano in Dispensa, la stoccano nella cella frigorifera in attesa di ridistribuirla i giorni successivi. «Questo sistema è efficace innanzitutto grazie al numero di volontari (circa 30, tutti membri dell’Associazione Ridò, fondata dagli stessi, ndr), che speriamo possa continuare a crescere, perché senza la loro disponibilità a sporcarsi le mani tutto questo non sarebbe possibile, è efficace perché costruito su un sistema di rendicontazione che ne permette la riproducibilità, è efficace perché, come già accennato, costituisce un punto di riferimento e di incontro per supermercati e associazioni, evitando la creazione di sistemi minori e parzialmente funzionante, slegati tra loro, garantendo, invece, una costante e diversificata ridistribuzione dei prodotti»continua Paganelli.

Trattandosi di un progetto ancora giovane, attivo da meno di un anno, non sono disponibili dati significativi a riguardo, ma da questi primi mesi di operativi emergono buone notizie: ogni settimana, dall’avvio della Dispesa, sono stati ritirati 700 chilogrammi di frutta e verdura e 400 chilogrammi di prodotti freschi, ridistribuiti dalle associazioni a circa 100 famiglie, così da garantire a ciascuna di queste tre pasti al giorno. «Non solo – conclude Bombardieri – ma l’ottica con cui opera la Dispensa è quella di essere in grado di ritirare soltanto quanto si è in grado di ridistribuire, per evitare di essere noi stessi a sprecare: ad oggi, infatti, siamo in grado di donare tutto quello che ritiriamo».