Dimenticanze di Natale

Da qualche tempo Giulietta dimenticava cose in giro.

Le chiavi sul bancone del bar, il portafoglio alla scrivania dell’ufficio, le arance nell’ultimo cassetto del frigo, l’ombrello nell’auto della collega che le aveva schivato la pioggia.

Allo stesso modo dimenticava gli impegni, le riunioni di lavoro, le cene con gli amici, le scadenze delle bollette.

Fortuna che aveva il dispositivo antiabbandono sul seggiolino dell’auto. Almeno non si sarebbe dimenticata il bambino, pensava dimenticandosi di non avere figli.

Almeno non ancora.

Toccandosi la pancia gonfia, Giulietta notò che più s’avvicinava il termine più le dimenticanze si erano fatte frequenti. Come poteva prendersi cura di un neonato se non ricordava dove aveva lasciato il pane appena tolto dal forno?

Decise quindi di usare un vecchio marsupio giallo fluorescente, e ci mise le cose da portare sempre con sé. Portafogli, cellulare, documenti, chiavi di casa, l’agenda, dei fazzoletti di carta per ogni evenienza. Una volta che ricordava dov’era quello, era a posto.

Tuttavia il mattino seguente, del marsupio non vi era traccia e non aveva memoria di dove l’avesse messo. Cercò in tutte le stanze, nel garage, nell’auto, nel ripostiglio degli attrezzi che non apriva dal Natale prima, nell’armadio dei vestiti estivi, nella dispensa. Ritrovò il pane che aveva tolto dal forno, ma del marsupio nessuna traccia.

Agitata e in preda al panico, Giulietta scese in strada. -Ho perso tutto- lacrimò disperata.

Una signora col bastone e un colbacco imbottito tartan alzò le spalle. -Succede anche a me. La vita è così. Gli anni passano e un giorno dimenticate il gas accesso, dimenticate il tuo nome, quello dei tuoi figli. Dimenticate addirittura chi siete-.

Giulietta sfiorò la pancia e la sentì piatta. Era diventata mamma e non riusciva a ricordarlo. La signora avanzò col bastone. -Basta che ritroviate il marsupio-.

-Come fate a saperlo?- balbettò Giulietta perplessa.

-Cercatelo per bene, sotto l’albero. È Natale, ogni cosa che non si trova finisce là sotto-.

La giovane corse in casa e sotto le fronde dell’alberello addobbato con palline rosse e decorazioni a forma di renna intagliata nel legno trovò il marsupio giallo.

Lo agganciò in vita e sospirò di sollievo. Trovato quello, trovato tutto.

Fece scorrere la cerniera e di fianco a chiavi, portafogli e cellulari, vide un neonato che grugniva e gridolava.

-E tu come ci sei finito qui dentro?- chiese sorpresa.

Il piccolo aprì le labbra in un sorriso inconsapevole.

Per mesi le avevano parlato di doglie, contrazioni, travaglio, dolore. Invece suo figlio era lì, e non aveva sentito niente. O forse non lo ricordava.

Giulietta canticchiò una filastrocca dondolando per casa. Poi guardò lo specchio e sorrise.

Nel riflesso c’era un canguro con poca memoria, che teneva tra le zampe un marsupio pieno di gioia.