Lavoretti natalizi per passare del tempo insieme all’oratorio: la proposta dei volontari a Verdellino

Colla vinilica, tempere e la semplicità dello stare insieme. Non sarà la soluzione per tutto, ma all’oratorio di Verdellino i volontari ripartono con entusiasmo e semplicità con l’obiettivo di far abitare l’oratorio alle famiglie. Da questa esigenza è nata l’iniziativa dei lavoretti di Natale che ha animato le domeniche d’avvento. Bambini, ragazzi, genitori e anche nonni: tutti chiamati a passare del tempo insieme in oratorio.

A portare avanti questa proposta sono Silvia e Vicenza, due mamme che fanno parte dell’equipe educativa e hanno a cuore l’oratorio. “L’idea è nata da una riunione dell’equipe educativa – spiega Silvia Redaelli -. Abbiamo riscontrato che, ultimamente, di domenica l’oratorio è un luogo che non si può più chiamare tale. È uno spazio in cui si ritrovano diversi ragazzi che faticano a rispettare le regole. Abbiamo pensato quindi di iniziare a proporre qualcosa per Natale durante il periodo d’avvento e da lì abbiamo organizzato dei laboratori natalizi. Abbiamo puntato sulla semplicità per iniziare questa nuova esperienza. Come comunità, il tentativo è quello di abitare l’oratorio”.

Nelle domeniche d’avvento, ad abitare l’oratorio sono stati i bambini e i ragazzi con le loro famiglie. Non sono mancati neanche i nonni a dare una mano per addobbare e decorare il salone del bar. “Alla proposta hanno aderito una quindicina di bambini con qualche genitore e anche dei nonni -racconta Vincenza Piscitelli-. Volevamo passare questi pomeriggi in oratorio dando un messaggio chiaro ‘In oratorio si sta bene’. È stata una bella occasione. Abbiamo fatto merenda insieme e qualche mamma ha collaborato”.

“Il riscontro è stato positivo perché se i bambini si trovano bene in oratorio, magari la volta dopo ci ritornano. Queste iniziative servono per portare qui le famiglie. Se c’è qualcuno disposto a coinvolgere i genitori, loro collaborano. Frequentare il nostro oratorio significa anche far vedere a quei ragazzi che fanno fatica a rispettare le regole che in oratorio si può stare bene anche in questo modo. Con il tempo speriamo di coinvolgere anche questi ragazzi. Purtroppo, ancora non vedono nel laico qualcuno che possa guidarli”.

Nell’oratorio di Verdellino si sta vivendo un momento di passaggio in cui l’equipe educativa sta prendendo in mano la situazione. Ogni tanto si sente la necessità di avere più volontari a disposizione, ma le idee non mancano e il coraggio di proseguire neppure. “Sarebbe bello riuscire a far entrare delle famiglie che possano creare dei legami forti tra di loro – racconta Silvia -. Avere un gruppo che anche solo una volta al mese organizzi una semplice attività. Sarebbe un legame che farebbe bene ai ragazzi”.

Dopo la prima iniziativa, Silvia, Vincenza e i volontari dell’oratorio intendono andare avanti. L’obiettivo è quello di continuare a proporre nuove attività per vivere l’oratorio. “Stavamo pensando di continuare dopo il Natale con un invito. Fare un’attività una volta al mese. Un film, qualche lavoretto e dei giochi per passare del tempo insieme-spiegano Vincenza e Silvia-. Oggi l’oratorio non è più l’unico posto in cui i ragazzi si possono ritrovare. Vogliamo mantenere i valori che ci contraddistinguono e far capire che qui si sta bene. Non ci aspettiamo grandi numeri, ma bisogna rimanere positivi. Questa iniziativa ci ha dato la carica e vogliamo studiare qualcosa per altre occasioni di ritrovo”.

Il futuro degli oratori sarà caratterizzato da tante sfide. L’oratorio si evolverà e i volontari saranno chiamati a evolversi con questo luogo. “L’oratorio deve adeguarsi ai tempi. Una volta c’erano più figli per famiglia e questo luogo era un ritrovo fisso. Oggi i ragazzi sono pieni di impegni e fanno fatica a trovare un momento per stare in oratorio -conclude Vincenza-. Coinvolgere le famiglie significa anche far vedere ai ragazzi che c’è un posto in cui potersi ritrovare. Sicuramente non sarà più abitato solo da ragazzi italiani, ma anche da stranieri. Io vedo l’oratorio come luogo di tutte le generazioni, ma anche per i ragazzi che non sanno dove andare. Dobbiamo solamente trovare una dimensione che ci accomuni tutti”.