Erode, il re violento, accecato dalle sue paure

Immagine: Domenico Ghirlandaio, affresco, 1486-90, Santa Maria Novella, Firenze

Anch’io vorrei chiederti un commento a un particolare personaggio dei racconti natalizi. Mi ha sempre impressionato la figura truce di Erode. Che cosa pensi delle sue fisime senili di uomo di potere ombroso che vede concorrenti da tutte le parti? Che cosa pensi del molto sangue innocente che scorre attorno alla stalla di Betlemme? Gianna

Descrivendo il palazzo di Erode nella lettera apostolica sul presepe Admirabile signum, papa Francesco annota: “Il palazzo di Erode è sullo sfondo, chiuso, sordo all’annuncio di gioia”. Quasi “a volo d’uccello” il Pontefice lascia intravvedere, indirettamente, i tratti che caratterizzano la personalità di questo truce re. Il castello del sovrano, infatti, collocato generalmente “sullo sfondo del presepe, chiuso e sordo all’annuncio di gioia” è una sintesi dell’animo di questo personaggio, passato alla storia come simbolo della malvagità, della menzogna e della crudeltà.

Erode, uomo solo, ossessionato, inquieto

Erode è un uomo solo e povero, interamente identificato nel suo ruolo d’autorità, impaurito e aggrappato al suo potere come ad un’àncora di salvezza per non precipitare nell’anonimato. Per far fronte alle sfide dell’esistenza, egli confida esclusivamente nella corona regale che, con delirio di onnipotenza, porta sul suo capo. Schiavo innanzitutto di sé stesso e delle sue fisime senili, egli non conosce, né mai ha conosciuto, la bellezza e la ricchezza dell’amore che promuove, facendo crescere la persona nella sua totalità.

I frutti più ovvii di una tale esistenza sono le ossessioni (vede ovunque nemici e concorrenti) che sfociano nella violenza cieca.

Persino un neonato, Gesù, venuto alla luce nella povertà di una stalla, lo inquieta a tal punto da decidere di farlo “fuori” insieme a tanti altri bimbi colpevoli solo di essere nati in quel particolare momento storico. La strage non si fa attendere e il piccolo Gesù viene provvidenzialmente salvato, ma il sangue innocente bagna gli albori del cristianesimo, quale preludio della Pasqua: là, sul Golgota il prezioso sangue di Cristo, agnello sgozzato, scorrerà dal quel legno maledetto per lavare le brutture del peccato e uccidere la morte.

Misterioso anticipo della Pasqua

Siamo solo all’inizio della storia della salvezza, ma il mistero di Cristo salvatore e redentore del mondo viene ben delineato dall’evangelista. Quel neonato, secondo le antiche profezie, è il Re dei giudei; per Erode non è ammissibile l’esistenza di un concorrente, sebbene sia ancora in fasce. Il trono è in pericolo e con lui il proprio “io”; è necessario perciò trovare una soluzione e mettersi al riparo! Narra l’evangelista Matteo: «Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire con esattezza da loro il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme esortandoli: ”ndate e informatevi accuratamente del bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo”».

Il proseguo della triste vicenda lo conosciamo bene: «Erode, accortosi che i Magi si erano presi gioco di lui, s’infuriò e mandò ad uccidere tutti i bambini di Betlemme e del suo territorio dai due anni in giù, corrispondenti al tempo su cui era stato informato dai Magi».

La paura acceca Erode

Ah, se il povero re Erode avesse intuito che la regalità di quel bimbo, venuto dal cielo, avrebbe potuto elevare la sua piccola e meschina esistenza al piano superiore dell’amore e del dono di sé! Se avesse avuto la disponibilità ad aprire il suo cuore alla debolezza di quel neonato! Ma il re ha paura! Molta paura! Paura di essere spodestato, come canta l’inno liturgico della solennità dell’Epifania: “Perché temi, Erode, il Signore che viene? Non toglie i regni umani, chi dà il regno dei Cieli”.

Sì, perché temi? E cosa temi? Di cosa hai paura, Erode? Non sai che Colui che dà il regno dei cieli ti riveste di un abito regale che nessun rivale può usurparti? La Sua regalità può liberarti dalla meschinità e renderti più umano, disponibile a entrare in dialogo e in empatia con tanti tuoi fratelli.Non temere, Erode, apri il cuore al suo amore e gusterai la grandezza e la bellezza della vita, preziosa opportunità per crescere come uomo e come re.