«È la cultura non solo intesa come l’insieme dei monumenti del passato, ma specialmente nel suo senso vivo, dinamico e partecipativo, che non si può escludere nel momento in cui si ripensa la relazione dell’essere umano con l’ambiente». Così nell’enciclica Laudato sì, Papa Francesco definisce molto semplicemente la parola cultura che è stata al centro di questa prima domenica di febbraio al M.A.C.S. di Romano di Lombardia per il ciclo di incontri «La cura della casa comune – Dialogo tra l’uomo e la terra».
Durante la serata è intervenuto lo storico dell’arte e coordinatore delle attività e Rete dei Musei della Fondazione Bernareggi Silvio Tomasini per argomentare e comprendere il tema della cura della casa comune non soffermandosi all’ecologia ma riflettendo anche sulla salvaguardia, la promozione, l’aiuto e la crescita dell’aspetto culturale.
Di fatto l’enciclica Laudato sì tratta della giustizia sociale perché Papa Francesco, con questo documento, ne parla da un punto di vista universale, rendendosi conto che in un mondo globalizzato come il nostro, le nostre relazioni umane stanno generando ingiustizie che si collegano al rapporto che l’uomo ha con il creato, il mondo e la natura stessa.
In particolare, Papa Francesco fa comprendere, a noi cattolici, che: «se noi siamo inevitabilmente interconnessi con il resto del mondo, non possiamo continuare o cercare di concepire la nostra dimensione di fede al di fuori dei problemi sociali che attraversano il mondo stesso» commenta Silvio Tomasini. Di conseguenza, Papa Francesco esorta a non abbandonare il metodo galileiano nel risolvere i problemi, ma di adottare un approccio più olistico che unisca la dimensione ambientale, umana e culturale compresa.
Dal paragrafo 143 al 146 di quest’enciclica, Papa Francesco rammenta che la cultura è il mezzo di dialogo tra il linguaggio tecnico, scientifico con quello popolare perché la cultura rende unico un luogo e i suoi abitanti, ed è importante salvaguardarla e contemplarla.
Successivamente, nella stessa serata, è stata inaugurata la mostra pittorica «Ex Voto» di Raffaele Sicignano. Una raccolta di dipinti in cui l’artista partenopeo evoca, attraverso i segni, i simboli e le tinte calde e lussureggianti, dei momenti, dei pensieri legati alla sua vita quotidiana come una sorta di diario intimo. Non solo, il visitatore potrà ammirare questi quadri nelle suggestive sale del museo al fine di creare un «dialogo tra passato e presente» conclude don Tarcisio, direttore del Macs di Romano di Lombardia.
L’esposizione rimarrà aperta fino al 3 maggio e si potrà visitare, a ingresso libero, il mercoledì e giovedì dalle 9 alle 12 mentre il venerdì, il sabato, la domenica e i giorni festivi dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 15 alle 19.