Il virus che viene dalla Cina e le nostre paure. Siamo tornati arcaici

La vera epidemia è la paura

Il virus del coronavirus non si trasmette con il cibo e i ristoratori di origine cinesi non sono stati nella Cina e, nella maggior parte dei casi, sono in Italia da molti anni. Quindi non sono potenziali portatori del virus come non lo sono i cittadini di origine italiana che non sono stati in Cina. Eppure i ristoranti cinesi hanno avuto un crollo di presenze di clienti. Alcuni parlano del 70 per cento.

A Talese Terme i genitori hanno tenuto a casa i loro figli dalla scuola perché una bambina di origini cinesi è stata in Cina un po’ di tempo fa. La cinesina non ha nessun sintomo della malattia e insieme alla sua famiglia, è stata in un paese della Cina, dove fino adesso, non è stato registrato alcun caso di coronavirus. In molte parti del nostro Paese cittadini di origine orientale vengono investiti da gente che li accusa di essere i nuovi untori, come quelli dei “Promessi Sposi”. Ormai, un tema ricorrente dei notiziari quotidiani è l’aggressione verso tutto ciò che è cinese, fino ai limiti del razzismo.

Tutto questo capita mentre uomini di scienza stanno ripetendo le cose che, peraltro, sono già note: che il rischio contagio è basso, che sono molti di più quelli che muoiono per la banale, “normale” influenza, che il contagio non avviene con il cibo, appunto, che la trasmissione in soggetti senza sintomi non è dimostrato… eccetera.

Siamo tutti ammalati. Di paure

Sono molte le notizie di questo tenore che dicono di una paura che, in molti casi, rasenta il panico. Il coronavirus sta facendo ammalare alcuni cittadini cinesi, alcuni di loro sono morti. Ma la paura del contagio sta contagiando tutti. Noi, donne e uomini che viaggiamo in internet, che abbiamo in tasca il mondo intero grazie ai nostri smartphone, che viviamo e qualche volta viviamo bene grazie alla tecnica che ha invaso le nostre case e le nostre esistenze… Noi, uomini e donne di oggi, di fronte a un possibile contagio che arriva, se arriva, non da Abbiategrasso ma da Whan, Cina, ci riscopriamo prigionieri di antiche paure.

In situazioni come quella che ci tocca affrontare in questi giorni non c’è scienza che tenga. Torniamo prescientifici, arcaici. Il grande mondo della scienza e della tecnica si rimpicciolisce. Il mondo moderno diventa il piccolo mondo antichissimo in cui tutto diventa paurosamente semplice. Nel piccolo mondo antichissimo di questi giorni, avviene allora che le paure del contagio rinfocolano la paura dell’altro e viceversa. Basta avere gli occhi “orientali”, infatti, e si diventa subito cinesi, e non giapponesi o coreani, e subito portatori di virus, e non cinesi sani, e subito pericolosi.

Le grandi rivoluzioni sono sempre in anticipo rispetto agli uomini i quali, da parte loro, sono sempre in ritardo. Vogliamo dirlo in altri termini? Gli esseri umani, nonostante tutto il progresso, continuano a non avere fiducia della loro intelligenza.