Verso l’alt(r)o, la meditazione della settimana. Che cos’è la felicità? Una scelta e un “lavoro” quotidiano

La rubrica “Verso l’alt(r)o” offre ogni settimana, ogni venerdì, alcuni spunti di meditazione, preparati per noi da un gruppo di giovani collaboratori dell’Ufficio diocesano Tempi dello spirito. Buona lettura.

Felicità
“Essere felici è trovare forza nel perdono, speranza nelle battaglie, sicurezza sul palcoscenico della paura, amore nei disaccordi.
Essere felici non è solo apprezzare il sorriso, ma anche riflettere sulla tristezza. Non è solo celebrare i successi, ma apprendere lezioni dai fallimenti. Non è solo sentirsi allegri con gli applausi, ma essere allegri nell’anonimato.
Essere felici è riconoscere che vale la pena vivere la vita, nonostante tutte le sfide, incomprensioni e periodi di crisi.
Essere felici non è una fatalità del destino, ma una conquista per coloro che sono in grado viaggiare dentro il proprio essere.
Essere felici è smettere di sentirsi vittima dei problemi e diventare attore della propria storia.
È attraversare deserti fuori di sé, ma essere in grado di trovare un’oasi nei recessi della nostra anima.
È ringraziare Dio ogni mattina per il miracolo della vita.
Essere felici non è avere paura dei propri sentimenti.
È saper parlare di sé.
È aver coraggio per ascoltare un “No”.
È sentirsi sicuri nel ricevere una critica, anche se ingiusta.
È baciare i figli, coccolare i genitori, vivere momenti poetici con gli amici, anche se ci feriscono.
Essere felici è lasciar vivere la creatura che vive in ognuno di noi, libera, gioiosa e semplice.
È aver la maturità per poter dire: “Mi sono sbagliato”.
È avere il coraggio di dire: “Perdonami”.
È avere la sensibilità per esprimere: “Ho bisogno di te”.
È avere la capacità di dire: “Ti amo”.”
[tratto dal libro “Dez Leis Para Ser Feliz” di Augusto Cury]

Essere felici… chi non desidera esserlo? In fondo la felicità è l’obiettivo di ogni uomo. Certo, per felicità non si intende tanto un’emozione, un piacere dato dalle sembianze di una vita perfetta. Non si intende neanche un equilibrio fra tutti i pezzi della propria esistenza. “Felicità non è avere un cielo senza tempeste, una strada senza incidenti, un lavoro senza fatica, relazioni senza delusioni” ha affermato papa Francesco augurando un buon 2018. Cosa è allora la felicità? Essa è alla portata di tutti o solo di qualcuno? Chi dunque è felice?
Beato chi sa piangere perché hanno un motivo per cui vale la pena farlo e saranno consolati.
Beato il mite perché desidera la propria felicità senza passare per la infelicità degli altri.
Beato chi perdona, chi è misericordioso, perché dono ciò che riceverà.
Beato chi semina la pace perché raccoglierà pace del cuore.
Beato, cioè felice. Felicità non è un’emozione ma uno stile quotidiano che chiede di essere scelto. Felicità non è questione di cosa si ha o cosa si vive ma di come lo si vive. In questo senso la felicità è alla portata di ogni persona che prende la vita sul serio, alla portata di ogni cuore semplice allenato giorno dopo giorno a vedere la meraviglia delle piccole cose così da imparare a gioirne. È un lavoro quotidiano. Si, un lavoro. Se desideriamo una vita generativa la felicità diventa un compito, uno stile da vivere, una responsabilità. Non per nulla il nostro Dio è il Dio felice. Spesso manchiamo noi… a scegliere di essere felice.