La storia di Mariem Moubarak. “Ho due culture, due identità: non è un punto debole”

Mariem Moubarak, 21 anni, studentessa di economia aziendale all’Università di Bergamo, si definisce una “seconda generazione doc”: nata a Bergamo da genitori di origine marocchina, trasferitesi in Italia per motivi economici. La questione della “doppia identità” ha avuto il suo peso soprattutto quando era piccola, per poi trovare un equilibrio grazie a degli incontri organizzati proprio sul tema dall’associazione Toubkal, associazione composta da maghrebini e italiani che da anni è attiva sul territorio bergamasco per partecipare a processi di integrazione. “Da piccola mi spaventava questa realtà – racconta Mariem -: eravamo pochi bambini di origine straniera in classe, e i miei compagni sottolineavano il mio avere la pelle più scura. Solo lavorando nel mondo del volontariato ho capito col tempo che la doppia identità è una ricchezza: se non avessi partecipato a diverse attività al riguardo, forse avrei cercato anche io di nascondere la mia identità marocchina, come spesso accade a molti ragazzi”. All’associazione Toubkal Mariem si è avvicinata all’età di 11 anni, per frequentare la scuola di arabo rivolta proprio alle seconde generazioni e ai figli di coppie miste, la cui madre lingua è l’italiano; da lì poi ha iniziato a 16 anni come volontaria, fino a diventarne l’attuale Presidente. “Grazie ad essa sono entrata in contatto con la comunità marocchina del territorio. È stata un punto di ritrovo e riferimento per molte 2G. Lo scorso anno con un insegnante di Milano di origine marocchina è stato organizzato un corso sulla crisi d’identità: spiegava che non siamo né italiani né marocchini al cento per cento, ma un mix delle due culture. Siamo infatti nati e cresciuti qui, abbiamo studiato qui, ma a casa ci è stata trasmessa la cultura dei nostri genitori. E questo, l’essere un mix, è una ricchezza, non un punto debole e ci porta all’apertura mentale. Noi 2G siamo più propensi ad accettare il diverso, le altre culture e tradizioni proprio perché siamo i primi ad aver subito il disagio della diversità da piccoli”. Non sono mancati momenti in cui si è sentita discriminata, ma superati grazie proprio a questa consapevolezza acquisita: “A volte capita l’insulto razzista, ma scivola via poiché ho consapevolezza di chi sono e molte volte sono commenti dettati dall’ignoranza. È proprio importante raggiungere questa consapevolezza, far capire ai ragazzi di essere fieri di ciò che sono, senza farsi condizionare dai giudizi altrui”. Mariem lo scorso anno si è anche candidata alle elezioni comunali, nella lista APF (ambiente partecipazione futuro) e oltre al suo ruolo nell’associazione Toubkal, “che cerca di fare da ponte e di collaborare con tutte le realtà del territorio”, ha svolto volontariato anche presso l’associazione MyBg Young Muslim Bergamo Generation, che cerca di far conoscere la religione musulmana sfatando spesso alcuni pregiudizi e nell’ottica del dialogo interreligioso. Per lei le radici sono in Italia: “Qui c’è casa mia, c’è tutto, scuola, lavoro, famiglia. In Marocco sono sempre scesa durante il periodo estivo, per un mese all’anno e mi sento un pesce fuor d’acqua. Passando più mesi in Italia che in Marocco è ovvio che abbia assorbito più la cultura italiana che marocchina”. Mariem è sposata con Said, anche lui 2G, arrivato in Italia dal Marocco all’età di 8 anni: “La diversità la vivo anche in casa con mio marito: pur essendo entrambi di origine marocchina, abbiamo due lingue e culture diverse: io sono araba e lui è berbero. Non per forza essendo marocchini si è uguali, quello che ci accomuna in questo caso è proprio la cultura italiana”.