Verso l’alt(r)o, la meditazione della settimana. Viaggiare è una scuola di umiltà

La rubrica “Verso l’alt(r)o” offre ogni settimana, ogni venerdì, alcuni spunti di meditazione, preparati per noi da un gruppo di giovani collaboratori dell’Ufficio diocesano Tempi dello spirito. Buona lettura.

Viaggiare è una scuola di umiltà, fa toccare con mano i limiti della propria comprensione, la precarietà degli schemi e degli strumenti con cui una persona o una cultura presumono di capire o giudicano un’altra.

(Claudio Magris, L’infinito viaggiare)

Ci vuole coraggio per viaggiare. Nonostante le comodità logistiche di cui può usufruire la nostra epoca, mettersi in viaggio continua a richiedere uno sforzo non indifferente.

Ogni volta, sia per un trasferimento definitivo o anche solo per una breve vacanza, bisogna lasciare qualcosa. Per qualche giorno o per sempre, partire significa sapersi liberare da qualcosa. Nel bagaglio, pur grande che sia, non ci può stare tutto e questo ti mette di fronte a delle scelte: devi decidere cosa è davvero essenziale per te. Devi saper rescindere dei legami per spiccare il volo.

Poi cominci a camminare e solchi strade nuove. Incontri persone nuove, spazi nuovi. Che escono dalle tue abitudini e dai tuoi schemi mentali. Se tu sei disposto a metterti in gioco, hanno il potere di stupirti. Ti arricchiscono di punti di vista per guardare la realtà, di linguaggi per leggerla, di strumenti per agire. Puoi decidere se lamentarti perché questo esce dai tuoi schemi pregressi oppure lasciarti arricchire dalla novità.

È la tua disponibilità ad aprirti alla novità che fa la differenza. Non si tratta di rinunciare alla propria identità e diventare delle canne sbattute da ogni vento in direzione diversa. All’opposto, si tratta di conoscere la propria vera identità. Perché viaggiare è una scuola di umiltà. E vicino all’humus, alla terra, siamo tutti più uomini, più veri, più noi stessi. Conoscendo persone nuove, esci dal ritratto che gli altri hanno in mente già di te e crei relazioni nuove, dentro cui non esiste un’immagine già confezionata di te. Incontrando contesti nuovi, puoi scoprire qualcosa di nuovo di te, qualità che non pensavi di avere, doni e talenti che non avevi ancora espresso perché mancavano le condizioni esterne.

Le possibilità offerte dalla nostra epoca non lasciano spazio a scuse: tutti avremmo bisogno ogni tanto di fare i bagagli, metterci in viaggio e conoscerci un po’ di più.