Papa Francesco: preghiamo per quanti sono nella prova a causa della pandemia

“I prossimi venerdì e sabato 20-21 marzo si svolgerà l’iniziativa 24 ore per il Signore. È un appuntamento importante della Quaresima per la preghiera e per accostarsi al sacramento della riconciliazione”. Lo ha ricordato il Papa, al termine dell’udienza trasmessa in diretta streaming dalla Biblioteca del palazzo apostolico vaticano. “Purtroppo a Roma, in Italia e in altri Paesi questa iniziativa non potrà avere luogo nelle forme consuete a causa dell’emergenza del coronavirus”, ha fatto notare Francesco: “Tuttavia, in tutte le altre parti del mondo, si continuerà con questa bella tradizione”. “Incoraggio i fedeli ad accostarsi in maniera sincera alla misericordia di Dio nella confessione e a pregare specialmente per quanti sono nella prova a causa della pandemia”, l’appello del Papa: “Dove non si potrà celebrare 24 ore per il Signore, sono certo che si potrà vivere questo momento penitenziale con la preghiera personale”.

Rosario il 19 marzo con tutti i vescovi italiani

“Domani festeggeremo la solennità di San Giuseppe”.  Lo ha ricordato il Papa, al termine dell’udienza generale di oggi, trasmessa in diretta streaming dalla Biblioteca del Palazzo apostolico vaticano. “Nella vita, nel lavoro, nella famiglia, nella gioia e nel dolore egli ha sempre cercato e amato il Signore, meritando l’elogio della Scrittura come uomo giusto e saggio”, ha detto Francesco nei saluti rivolti ai fedeli di lingua italiana: “Invocatelo sempre, specialmente nei momenti difficili e affidate a questo grande Santo la vostra esistenza”. “Faccio mio l’appello dei vescovi italiani che in questa emergenza sanitaria hanno promosso un momento di preghiera per tutto il Paese”, ha proseguito il Papa a proposito dell’iniziativa promossa dalla Cei per domani: “Ogni famiglia, ogni fedele, ogni comunità religiosa: tutti uniti spiritualmente domani alle ore 21 nella recita del Rosario, con i Misteri della luce”.  “Io vi accompagnerò da qui”, ha assicurato a braccio il Santo Padre, che poi ha proseguito: “Al volto luminoso e trasfigurato di Cristo e al suo Cuore ci conduce Maria, Madre di Dio, salute degli infermi, alla quale ci rivolgiamo con la preghiera del Rosario, sotto lo sguardo amorevole di San Giuseppe, Custode della Santa Famiglia e delle nostre famiglie”. “E gli chiediamo di custodire in modo speciale le nostre famiglie, in modo speciale gli ammalati e le persone che stanno prendendosi cura di loro: i medici, gli  infermieri, le infermiere, i volontari che rischiano la vita in questo servizio”, ha concluso a braccio.

“La misericordia è il centro della vita cristiana”

“La misericordia non è una dimensione fra le altre, ma è il centro della vita cristiana: non c’è cristianesimo senza misericordia”. A ribadirlo è stato il Papa, che nella parte finale dell’udienza di oggi – trasmessa in diretta streaming dalla Biblioteca del Palazzo apostolico vaticano e dedicata alla quinta beatitudine: “Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia”, ha lanciato un forte monito: “Se tutto il nostro cristianesimo non ci porta alla misericordia, abbiamo sbagliato strada, perché la misericordia è l’unica vera meta di ogni cammino spirituale. Essa è uno dei frutti più belli della carità”. “Ricordo che questo tema è stato scelto dal primo Angelus che ho dovuto dire come Papa: la misericordia”, ha raccontato a braccio Francesco: “E questo – ha proseguito – è rimasto molto impresso in me, come un messaggio che come Papa avrei dovuto dare sempre, un messaggio che deve essere di tutti i giorni, la misericordia. Da quel giorno ho avuto l’atteggiamento un po’ svergognato di fare pubblicità ad un libro sulla misericordia appena uscito dal cardinale Kasper. E ho sentito tanto forte che questo è il messaggio che dovevo dare come vescovo di Roma: misericordia, per favore, misericordia, perdono. La misericordia di Dio è la nostra liberazione e la nostra felicità. Noi viviamo di misericordia e non ci possiamo permettere di stare senza misericordia. E’ l’aria da respirare. Siamo troppo poveri per porre le condizioni, abbiamo bisogno di perdonare, perché abbiamo bisogno di essere perdonati”. “Ognuno deve ricordare di avere bisogno di perdonare, di avere bisogno del perdono, di avere bisogno della pazienza”, il consiglio del Papa, secondo il quale “questo è il segreto della misericordia: perdonando si è perdonati. Perciò Dio ci precede e ci perdona Lui per primo. Ricevendo il suo perdono, diventiamo capaci a nostra volta di perdonare. Così la propria miseria e la propria carenza di giustizia diventano occasione per aprirsi al regno dei cieli, a una misura più grande, la misura di Dio, che è misericordia. Da dove nasce la nostra misericordia? Gesù ci ha detto: ‘Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso’. Quanto più si accoglie l’amore del Padre, tanto più si ama”.