Un prete in trincea: don Claudio del Monte accanto ai malati all’Humanitas Gavazzeni

Don Claudio del Monte, parroco della Malpensata, è vicino ai propri fedeli anche in questo periodo difficile che tutti noi stiamo attraversando, a causa dell’epidemia del Covid-19.
Munito di mascherina, cuffia, guanti, camice, calzari, tuta protettiva e para-occhiali, ogni giorno dalle 14.45 fino alle 19, va a trovare in Humanitas Gavazzeni i malati che si trovano nei diversi reparti, molti purtroppo anche in terapia intensiva, per dare loro la benedizione e un momento di conforto. “Ho deciso di assumermi questo incarico”, racconta Don Claudio, “dal momento che il cappellano del quartiere, don Ennio, data la sua età, è meglio che resti al proprio domicilio. Un’esperienza che devo dire mi arricchisce nel profondo del cuore e mi permette di capire meglio la situazione che si trovano ad attraversare numerosi degenti. Per fortuna non ci sono solo persone in terapia intensiva in ospedale, ma anche molti che hanno superato il momento più critico e sono prossimi a tornare a casa o altri ancora che hanno una sintomatologia meno pesante. Tanti sono della città, altri provengono dai paesi limitrofi come Alzano, Nembro, Costa di Mezzate, Petosino. Molti sono anziani, ma non tutti. In terapia intensiva ci sono infatti anche cinquantenni e settantenni che lottano per sopravvivere. Io ovviamente, nei reparti, ho l’ordine di non toccare i malati e stare ad almeno un metro di distanza da loro e quando passo nei corridoi su cui affacciano le camere prego per ognuno di essi, li benedico e li confesso se ne sentono l’esigenza. Se qualcuno è allo stremo delle forze e si trova in condizioni molto gravi lo assolvo dai peccati”. Questa la dura realtà che Don Claudio affronta ogni giorno; poi alle 17.30 celebra la messa per i fedeli nella cappella della clinica, dove si partecipa oggi solo attraverso la filodiffusione e il collegamento interno con le tv nelle camere.

I ragazzi dell’oratorio a servizio dei più fragili

“In un momento critico come questo c’è bisogno di molta solidarietà” continua Don Claudio. E sono proprio i ragazzi volontari dell’oratorio a prestare il proprio servizio alle persone più fragili, ovvero a tutti quegli anziani del quartiere che a causa dell’epidemia non possono più uscire di casa. “I ragazzi si offrono di portare loro la spesa a casa oltre ai medicinali di cui hanno bisogno” spiega il parroco. “Del resto è proprio nel momento del bisogno che è più importante darsi una mano. Quando non si trovava più amuchina né disinfettante nei supermercati, ho avuto l’dea di realizzare in casa un buon disinfettante da distribuire all’intera comunità. Avendo una laurea in chimica non mi è stato difficile individuare i diversi componenti necessari per realizzarne uno. Ho così realizzato un prodotto a base di alcool che va sempre bene per disinfettare, glicerolo e acqua distillata”.

Il disinfettante fatto in casa dal parroco-chimico

Ha avuto un grande successo: “Me lo hanno chiesto in molti – continua don Claudio -: dalle suore Sacramentine, al Patronato S. Vincenzo, alle parrocchie di Boccaleone e Nembro. Un altro disinfettante l’ho realizzato unendo il cloruro di benzalconio, che solitamente si usa per disinfettare i sanitari, con il glicerolo”. Una comunità, quella della Malpensata che si fa ancora più unita nel momento del bisogno e in cui i singoli si tengono costantemente in contatto grazie all’ausilio delle nuove tecnologie come Telegram, l’applicazione di messaggistica che permette di condividere messaggi e informazioni: “Grazie a Telegram due collaboratori ed io pubblichiamo quotidianamente le notizie del quartiere, le persone che vengono a mancare ma anche i momenti di condivisione che cerchiamo di mettere in atto”. Alle 19 e alle 21 infatti, dall’oratorio per una decina di minuti viene fatta partire la musica che giunge a tutti gli abitanti del quartiere, per portare nelle case anche solo per un attimo un clima di festa e di coinvolgimento, che infonda speranza e amore.

Foto di apertura copyright Giovanni Diffidenti. Per la foto interna Humanitas Gavazzeni