Coronavirus, un salto nel buio. Le Acli continuano a tessere legami online

Se, come ci è stato detto dalla comunità scientifica, stiamo lentamente entrando nella fase 2 di questa epidemia, che equivale al rallentamento della diffusione del virus, anche se con le dovute precauzioni e altrettante disillusioni, possiamo finalmente ricominciare ad immaginare la ripresa della quotidianità al termine di questo tempo di distanziamento sociale. Possiamo immaginarlo, descriverlo, pensarlo e sognarlo, ma, per renderlo più vicino e reale possiamo anche iniziare a costruirlo: probabilmente molte delle abitudini che abbiamo fatto nostre durante questa quarantena non ci abbandoneranno, trasformandosi, piuttosto, nelle nuove abitudini del futuro, così come durante queste settimane abbiamo continuato ad alimentare alcune buone abitudini del prima.

In questo tempo, dunque, di vecchio e nuovo, di distruzione e ricostruzione, anche le ACLI provinciali di Bergamo stanno lavorando senza sosta per mantenere quelle buone abitudini che le hanno da sempre caratterizzate, pronte, però, ad incorporare tutto ciò che di nuovo quest’epidemia ha portato. «Siamo in divenire – esordisce Corrado Maffioletti, responsabile dello sviluppo associativo delle ACLI provinciali, che continua – un divenire in cui, con la difficoltà di immaginare il futuro e le sue manifestazioni, non possiamo fare altro che mantenerci fedeli e coerenti al nostro stile, proponendo attraverso nuove forme di aggregazione sociale, i medesimi contenuti, che vedono al centro del nostro operato il lavoro, la politica e la comunità».

Le ACLI provinciali, da sempre occupate in questioni relative al mondo della lavoro, ma soprattutto dei lavoratori, tra cui soprattutto quelli più vulnerabili, e della politica come strumento di appartenenza e coesione comunitaria di tipo popolare, impegnate a livello cittadino e provinciale nella promozione dei circoli così come di altrettante iniziative di carattere socio-culturale che favoriscano l’incontro e lo scambio tra partecipanti, si ritrovano in questo tempo ad incontrare nuove forme di comunità virtuali. «Ci troviamo a vivere un tempo in cui siamo, come persone e come organizzazione, messi profondamente in discussione, in cui ripensare nuove forme di comunità. Nonostante stiamo cercando di proporre ai membri dei circoli l’occasione per continuare a partecipare virtualmente ad iniziative comunitarie, quali ad esempio il ciclo di incontri che ci accompagneranno durante l’isolamento, inaugurato dal dialogo tra il Presidente Daniele Rocchetti e Nando Pagnoncelli sul “nuovo inizio” che ci troveremo a vivere al termine della quarantena, in maniera incessante, ci stiamo interrogando sulla forma nuova di questa socialità: basta pensare ad esempio che ci stiamo sperimentando con mezzi di comunicazione mai utilizzati prima, come le dirette streaming» continua Corrado.

Le modalità attraverso cui le ACLI provinciali chiedono alla comunità di continuare a vivere la dimensione comunitaria non mancano di certo: dal ciclo di incontri “Un nuovo inizio” all’ “Archivio della memoria”, la sezione dedicata della pagina web delle ACLI (http://www.aclibergamo.it/archivio-della-memoria/, ndr), pensata per raccogliere le testimonianze del vissuto quotidiano di questo tempo, oltre all’iniziativa “iStanze di socialità”, l’appuntamento dell’aperitivo virtuale dedicato agli under 35 per incontrarsi e confrontarsi sui temi di volta in volta proposti. Per il ciclo “Un nuovo inizio” il 15 aprile alle 18,15 in streaming sui canali Acli un incontro con don Fabio Corazzina su “Dov’è Dio? Un tempo di buio capace di illuminare l’uomo nel profondo”, dialogo con Daniele Rocchetti, presidente provinciale Acli.

«Al momento – conclude Corrado – quello che noi e le comunità insieme con noi stiamo sperimentando è la sensazione di un salto nel buio, al termine del quale non sappiamo né dove né come atterremo. Se, di fatto, il contenuto di quello delle ACLI provinciali e delle sue iniziative resterà invariato, l’elemento, però, su cui siamo chiamati a riflettere è quello del fare comunità, cioè se, qual è e come mantenere vivo il valore aggiunto dello stare insieme».