Costruire una nuova normalità dopo il Covid-19. Rosa Gelsomino, Acli Bergamo: “Saremo vicini alle persone in modo diverso”

Abituati come siamo a giornate scandite dagli effetti quotidiani del Coronavirus, da quanti nuovi casi siano stati rilevati, da quante persone, purtroppo, ne siano morte e da quante, per fortuna, guarite, viviamo circondati dai numeri, tra cui quello dei giorni trascorsi restando a casa e di quanti ne manchino prima di poter di nuovo uscire ed incontrarci. Stiamo vivendo un tempo di attesa e distanza, in cui proviamo ad immaginare come sarà la vita, in tutte le sfumature che la compongono, quando tutto questo sarò finito, o per lo meno mitigato, e si potrà tornare a quella che prima chiamavano normalità.

«La normalità è la relazione – afferma Rosa Gelsomino, presidente del Patronato Acli di Bergamo – per cui in questo tempo in cui ci prepariamo a riaprire i servizi di Patronato e CAF, in attesa delle decisioni che verranno prese dalla comunità politica e da quella scientifica, stiamo immaginando come coniugare la normalità di prima del Covid ai cambiamenti apportati durante l’epidemia e che diventeranno parte integrante e funzionale del nuovo modo di pensare il lavoro e con esso i servizi che offriamo».

La squadra di oltre sessanta dipendenti che lavora nei servizi di Patronato e CAF delle ACLI di Bergamo non ha mai smesso di lavorare durante l’epidemia, e, attraverso l’ormai noto smart working, ha cercato di mantenere lo stile di vicinanza e accompagnamento nei confronti della propria utenza: «Prima dell’epidemia ci siamo caratterizzati come enti in grado di erogare servizi che prevedessero la costruzione di una relazione tra l’operatore e il beneficiario, costruendo una sorta di percorso personalizzato. In questo momento, per continuare ad essere vicini anche se a distanza, abbiamo implementato il servizio di call center, in modo da fissare appuntamenti telefonici e risposte puntuali alle email. Se stiamo stati capaci di rispondere alla sfida di questo nuovo modo di lavorare, in parte ci stiamo preparando anche a quelle che si porranno una volta che Bergamo riaprirà: pannelli divisori negli uffici, dispositivi di protezione individuale per gli operatori, smaltimento dell’attesa negli spazi comuni attraverso il potenziamento di servizi telematici o di incontri su appuntamento. Senza dubbio, però, la vera grande sfida sarà quella che si giocherà sul territorio, in cui i volontari hanno sempre ricoperto un ruolo centrale di collegamento, di ponte tra le realtà locali e la sede centrale: bisognerà immaginare e ri-pensare la loro preziosa presenza».

Ripensare la forma del lavoro, richiederà inoltre ripensarne i contenuti, visto che al termine dell’emergenza sanitaria i servizi richiesti è probabile che saranno differenti da quelli comunemente erogati. Gelsomino, ipotizzando solamente quella che sarà la nuova normalità che ci aspetta, ritiene che ai servizi di Patronato e CAF verrà chiesto soprattutto di fornire assistenza relativamente al tema della disoccupazione e con questa alla richiesta di bonus e agevolazioni, così come del reddito di cittadinanza; importanti potrebbero inoltre essere le questioni relative alle successioni oltre che alle pratiche ISEE e al 730 (la cui scadenza è stata posticipata al 30 settembre, ndr), per le quali da anni esiste anche un servizio online, ed infine alla richieste di invalidità per infezione da COVID-19.

 

Per ulteriori informazioni: call center – 035 00 64 064. Email (per il CAF) – acli@acliservicebergamo.it