Verso l’alt(r)o, la meditazione della settimana: Pasqua, passaggio anche per noi

È l’ora di compiere il passaggio: Pesah, pasqua, non significa forse “passaggio”? Per Israele, passaggio dalla schiavitù alla libertà. Per Gesù, passaggio da questo mondo al Padre. Per noi, passaggio dalla morte alla vita, dalle tenebre alla luce.

(Paolo Curtaz)

Quest’anno la Pasqua sembra essere arrivata in punta di piedi, senza che nessuno se ne sia accorto, senza che ci siano stati segni evidenti del suo arrivo. Non poterci vedere per preparare celebrazioni, momenti di preghiera o di riflessione, non poter incontrare gli amici e i parenti a cena, non poter anche solo uscire per una passeggiata, ha cambiato parecchio la nostra percezione del tempo. Eravamo abituati alla corsa frenetica della giornata e a ritmi serrati di impegni e appuntamenti. Da più di un mese invece è successo qualcosa… STOP! Basta correre, basta impegni, tutti a casa (o almeno quasi tutti, perché per alcune persone il ritmo lavorativo è raddoppiato o triplicato). Il tempo scorre in modo diverso e le nostre giornate si aprono a ritmi nuovi. Forse abbiamo ritrovato il piacere di leggere un buon libro, di ascoltare la musica, di chiamare un vecchio amico. In tanti hanno ritrovato, o a volte costruito, un rapporto con gli sconosciuti vicini di casa parlandosi dal balcone. In poche parole ci si sta accorgendo dell’altro, di quell’altro che prima non avevamo considerato.

In questo periodo siamo passati da un’intensa vita sociale a una vita solitaria.

Da un tempo frenetico a un tempo rilassato. Dalla Quaresima alla Pasqua. Dall’essere ciechi al vedere che esistono altre persone intorno a noi.

Anche in questo periodo in cui siamo obbligati e ci sentiamo obbligati a stare in casa per il bene di tutti, forse anche noi abbiamo vissuto una pasqua, un passaggio, e abbiamo scoperto qualcosa di nuovo, qualcosa di cui prima non ci accorgevamo… il difficile sarà continuare a viverlo.