Covid-19, sulle tracce di San Giovanni Paolo II: “La famiglia è un rifugio e un dono”

Insieme alla figura del nostro caro Giovanni XXIII che in questi giorni di pandemia abbiamo invocato come speciale intercessore, vorrei ricordare anche papa Giovanni Paolo II.

Entrambi canonizzati da papa Francesco il 27 aprile 2014. Domenica prossima ricorrerà il 39mo anniversario della sua visita a Sotto il Monte e a Bergamo.

Era il 26 aprile 1981, seconda domenica di Pasqua.

In quell’occasione il papa polacco rendeva omaggio alla figura del suo predecessore nel centenario della nascita e, con la sua presenza, onorava la nostra terra bergamasca.

Quello che maggiormente mi colpì in quella circostanza fu il frequente e costante richiamo che egli fece nei suoi discorsi alla realtà della famiglia.

A Sotto il Monte, durante un passaggio della sua omelia, pronunciò queste parole:  “Se ci domandiamo dove e come papa Giovanni acquistò le doti di bontà e di paternità, unite ad una fede cristiana sempre integra e pura, è facile rispondere: dalla sua famiglia.” 

Così pure, nella s. Messa celebrata in città bassa, il santo papa sottolineò l’importanza di congiungere due dimensioni della Chiesa come famiglia: quella grande, universale, la Chiesa presente in tutto il mondo e quella piccola, la famiglia cristiana, che costituisce “anche il fondamento della vita delle nazioni e dei popoli”.

In questi giorni ho rivissuto questo ricordo ripensando ai numerosi racconti, pubblicati sui giornali oppure sui social, e riguardanti la vita delle nostre famiglie.

La famiglia in questo tempo in cui “si resta a casa” ha messo in luce tutta la sua importanza per essere luogo accogliente, rifugio sicuro, luogo di ascolto e di condivisione delle cose belle della vita ma anche delle fatiche e delle paure, casa di cura per i più deboli e gli ammalati, scrigno di custodia degli affetti più cari e dell’aiuto vicendevole, aula di scuola non solo per le lezioni via streaming ma anche del dialogo tra le diverse generazioni… addirittura “cenacolo” di intensa preghiera e luogo di vera consolazione.

Quando la vita attraversa il momento della prova e della fatica la famiglia è riscoperta punto di riferimento, luogo di rifugio ma insieme ambiente capace di ri-generare una vita più essenziale e autentica.

Questo tempo in cui siamo “forzatamente” rimasti a casa, se da un lato ha limitato i nostri spostamenti, dall’altro ci ha permesso di percorrere molta strada nello sperimentare concretamente quanto sia importante la famiglia per la nostra umanità, la società e per la Chiesa.

Quello che Giovanni Paolo II ci ricordava di custodire allora, quando giunse pellegrino tra noi, continua ad essere valido ed attuale oggi.

Chiediamo la sua intercessione perché ciò che abbiamo “ritrovato” della vita famigliare in questo periodo non lo dimentichiamo in fretta, ma possa aumentare in noi la consapevolezza di quanto la famiglia sia dono promettente per il futuro di una nuova civiltà.