Covid-19 e chiese chiuse, i settimanali cattolici a fianco della Cei: “Trovare soluzioni che uniscano sicurezza e libertà spirituale”

Covid-19 e chiese chiuse: contro il prolungamento dei divieti e a sostegno della posizione della Cei si schiera anche la Fisc, federazione dei settimanali cattolici. “Abbiamo preso atto con preoccupazione della proroga del “no” del Governo alla ripresa delle liturgie nelle chiese con la partecipazione dei fedeli – sottolinea il presidente Mauro Ungaro -. Condividiamo pienamente e facciamo nostra la posizione espressa ieri sera dalla Conferenza episcopale italiana. Guardiamo con attesa all’apertura prospettata nella nottata dal Presidente del Consiglio e confidiamo che il confronto possa portare in breve tempo a soluzioni che salvaguardino la necessaria prevenzione sanitaria ma tutelino parimenti il diritto costituzionale dei cittadini italiani a vivere la dimensione sacramentale della propria fede”.

La stessa posizione è stata assunta anche da una voce interna al governo, quella della ministra della Famiglia e delle Pari opportunità Elena Bonetti, in un’intervista rilasciata questa mattina a Radio InBlu: “La libertà religiosa è una delle libertà fondamentali che dobbiamo tutelare anche alla luce della nostra costituzione. Credo che in questo momento non sia comprensibile il ‘no’ alla possibilità di celebrare cerimonie religiose in virtù di una impossibilità di rispettare le regole”. Lo ha detto la ministra della Famiglia e delle Pari opportunità, Elena Bonetti, in una intervista rilasciata stamani a Radio InBlu, all’indomani della conferenza stampa del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, durante la quale è stato ribadito il “no” al ritorno alla celebrazione delle messe alla presenza dei fedeli nella “Fase 2”. La ministra chiede al comitato tecnico-scientifico “indicazioni chiare per poter tutelare la salute personale pubblica, come numero di persone, distanziamento, dispositivi, atti e gesti che si possono fare e non si possono fare”. “Poi, alla politica compete l’organizzazione – ha aggiunto –, dare le indicazioni normative sul ‘come’ poter garantire queste regole per tutelare la salute di tutti”.
Bonetti ha giudicato “incomprensibile”, in particolare, che si decida che un protocollo “a priori non sia applicabile nell’esercizio di una libertà, che è quella religiosa che va tutelata”. “Troviamo il modo, se si decide di risolvere la questione in pochi giorni, definendo dei protocolli”. “Si tratta dello stesso stile che utilizzo nel valutare le attività a sostegno delle famiglie – ha riferito la ministra –. A priori non si può dire ‘no’ ai centri estivi. Si dica in che modo. Oggi apriamo un tavolo con i sindaci per individuare le linee guida”.