Verso l’alt(r)o, la meditazione della settimana. Maggio, il rosario e “la squilla di sera”

La rubrica “Verso l’alt(r)o” offre ogni settimana, ogni venerdì, alcuni spunti di meditazione, preparati per noi da un gruppo di giovani collaboratori dell’Ufficio diocesano Tempi dello spirito. Buona lettura.

 

“La squilla di sera… richiama il fedel

in santa preghiera… che penetra il ciel.”

 

È passato ormai qualche anno, ma succedeva proprio così. Quando frequentavo le elementari il mese di maggio era davvero speciale: ogni sera, nel santuario di Sommaprada, vicino a casa mia, la comunità si riuniva per la preghiera del rosario. Per richiamarci, suonavano le campane e alle 20.00, noi piccoli, eravamo tutti puntuali sulla porta per dividerci le decine da recitare al tanto desiderato e temuto microfono. Dopo le cinquanta Ave Maria il nostro caro don Gaetano ci invitava spesso a mangiare il gelato al parco giochi, e questa era per noi l’occasione di andare a letto un po’ più tardi e di sentire che ormai la scuola volgeva al termine. Ancora oggi, le giornate che si allungano e il profumo dei tigli in fiore mi catapulta con i ricordi a quelle serate serene, in cui la devozione a Maria vissuta in un contesto comunitario ha aumentato il mio desiderio di una vita buona.

In questo maggio 2020 sento che questo mio ricordo d’infanzia ha una voce particolare dentro di me. E non si tratta di una nostalgia per un periodo spensierato della mia vita, ma del desiderio di tornare a sperare in una vita buona dopo il caos di questi mesi. E per questo ho di nuovo bisogno di tornare a guardare a Maria, per sentire che si può continuare a dire “eccomi” anche di fronte all’incertezza più assoluta. Sento il bisogno del suo abbraccio materno che mi ridica che siamo sempre tra le sue braccia, anche quando pensiamo di fare di testa nostra o quando perdiamo ogni speranza. Ho bisogno di tornare a guardare al domani con fiducia. Stasera uscirò sul balcone, respirerò a pieni polmoni il profumo della primavera, prenderò la corona del rosario e lascerò che nelle mie orecchie risuoni “la squilla di sera…”.