Val Brembana, don Alberto Bongiorno: “L’emergenza ha rafforzato la comunità”

“In un certo senso questo tempo sospeso ha permesso di rafforzare i legami e ri – assaporare i valori. Con la speranza che questo atteggiamento abbia continuità, che non svanisca del tutto. Tante volte ci lamentiamo della scarsa presenza della gente in Chiesa, o della poca attenzione dei nostri ragazzi. Ma la cosa importante è seminare: ognuno è un terreno a sé, che matura a suo tempo”. Don Alberto Bongiorno è parroco di cinque parrocchie in Val Brembana: Branzi, Isola di Fondra, Carona, Valleve e Foppolo. Dopo lo stop delle Messe causa emergenza, da lunedì sono riprese le celebrazioni religiose “con il popolo”. Ma in che modo ci si è organizzati in questo periodo di lockdown? “Abbiamo cominciato a trasmettere le Messe on line dalla Domenica delle Palme – racconta -. Abbiamo volutamente vissuto la Quaresima con il deserto delle celebrazioni, per poi uscire da questo deserto: in questo modo c’è stato un maggior desiderio di incontrarsi. Nel dramma che ci ha colpiti, bisogna cercare di trovare il lato positivo, la presenza di un messaggio più grande di noi”. Così le Messe  sono state trasmesse sulla pagina Facebook “Unità pastorale Valfondra”, con una diretta in ogni parrocchia la domenica. “Un’iniziativa molto apprezzata: le cose vere mancano sempre”. Oltre alle Messe on line, per il mese di maggio anche la recita del rosario in diretta. Senza dimenticare la vicinanza ai ragazzi della catechesi e a chi avrebbe dovuto ricevere i Sacramenti: “Ai ragazzi della catechesi, assieme ai catechisti abbiamo mandato dei videomessaggi con una tematica settimanale da seguire, presa dal Vangelo, stessa cosa per i ragazzi che dovevano fare i sacramenti, con temi legati al loro percorso. In più abbiamo proposto dei lavoretti pratici da realizzare in famiglia, per fare sì che il tempo trascorso assieme fosse non solo di relax, ma anche un modo per crescere insieme dal punto di vista religioso e fraterno”. Inoltre, grazie ad alcune associazioni e produttori locali, ha preso il via l’iniziativa solidale “Voi stessi date loro da mangiare”, una raccolta di viveri, prodotti igienici, fumetti e pennarelli accompagnati da offerte economiche che hanno permesso di sostenere una decina di famiglie in difficoltà. “Anche noi questa settimana siamo ripartiti con le celebrazioni a porte aperte, seguendo le disposizioni al riguardo. Al momento, poiché sono da solo, celebro cinque messe feriali, due messe al sabato pomeriggio e quattro alla domenica, due al mattino e due al pomeriggio, continuando a trasmetterle anche on line. Sono una trentina circa i posti a sedere, ad accezione di Carona che può arrivare a un centinaio. Cercheremo anche di sfruttare gli spazi esterni, dove c’è questa possibilità, altrimenti andremo al cimitero, dove gli spazi sono più grandi: ho chiesto il permesso ai vari Sindaci. A luglio ed agosto la comunità infatti aumenta, a causa delle seconde case. Al momento i volontari fanno entrare una persona alla volta, tutte con mascherina e mani igienizzate, e vengono fatti sedere rispettando le distanze. La prima Messa è stata lunedì a Branzi: c’erano dodici donne, mamme e nonne. È stato bello, dopo la sofferenza una sensazione di gioia, come vedere un bambino appena nato”. A giugno invece, il martedì sera si celebrerà la Messa nelle santelle: “Sono state erette ai tempi delle vecchie epidemie. Nelle diverse parrocchie di Valfondra abbiamo infatti tre Chiese dedicate a San Rocco per la peste del ‘600, un altare dedicato a San Francesco d’Assisi per l’epidemia di vaiolo del 1870/71 e una santella dedicata a Sant’Anna a protezione dell’epidemia del vaiolo. Dato che anche noi viviamo un tempo di pandemia, faremo questo percorso storico – religioso – di fede, lasciando un segno in ogni parrocchia”. A luglio invece, Messe al cimitero in ricordo di chi non c’è più: “Abbiamo avuto circa una ventina di defunti. Sarà un momento per ricordarli assieme alla comunità, che non ha potuto salutarli”.