Grazie di tutto, Paolo!

Caro Paolo, sono già passati tre giorni dall’Eucarestia nella quale ti abbiamo salutato, dicendoti “arrivederci” e rimandando l’incontro con te in Paradiso. In questi giorni mi sei venuto spesso in mente. Certo, sapevamo che questo era quanto doveva accadere per colpa di quella dannata malattia, ma abbiamo sperato tutti, insieme con te, che ti lasciasse con noi ancora per un po’, soprattutto con la tua Elena e i tuoi Laura e Habib. Sto per fare quello che tu non vorresti, Paolo, quindi mi scuso con te in anticipo.

Ti dirò i mei grazie, condividendoli con chi ti ha voluto bene

E già provo dolore perché non mi arriverà la tua mail, come sempre inaugurata da quel “Ciao Don Alberto…”, nella quale mi avresti ricordato che di apparire non ti è mai importato  nulla. Dai, porta pazienza… Io devo dirti alcuni “grazie”, Paolo, non posso tacerli. 

Prima di tutto voglio dirti grazie per la tua fede

Ho negli occhi l’immagine di una Messa, l’estate scorsa, nella splendida chiesa di San Pantaleone, sul monte di Grumello. La celebrazione era iniziata da pochi minuti: si è aperta la porta in fondo alla chiesa che, essendo questa piccola, è a pochi metri dall’altare. Entrava una carrozzina. Eri tu, Paolo, spinto dalla tua Elena. Il maledetto ti aveva già segnato nel corpo, ma la fede… era impressionante. Ricordo il tuo sguardo fisso durante l’omelia e la devozione nel ricevere la comunione. E devo dirti grazie.

Quando la scorsa settimana è arrivato il messaggio whatsapp “Il nostro Paolo ci ha lasciato poco fa”, lo dico senza vergogna, con Dio me la sono presa. Nel 2019 i giovani Tiziano ed Elvira a Telgate… in questi mesi tanta gente a me cara di Grumello e Telgate… adesso tu. Ma che sta facendo il Signore? Non ti dico la preghiera di quel Vespro, Paolo… che disastro e che voglia di sbattere per terra il breviario. Poi vengo a trovarti, martedì, e ti vedo nella tua bara marrone chiaro, con quell’espressione serena e quasi sorridente, quasi a dirmi: “Don Alberto, ancora con quel tuo carattere.. stai sereno! I progetti di Dio non possiamo capirli tutti noi…”. Sono riuscito a riprendere a pregare bene Paolo… prendendo forza da te.

Poi, ti ringrazio per la tua umiltà

No, non è scontata e non dirmi che è normale che sia così! Un commercialista tra i più preparati della bergamasca (e non solo della bergamasca…), con uno studio importante, membro di organismi di alto livello, impegnato a livello diocesano con Azione Cattolica, capace di iniziare il discorso, nel silenzio di chi non perdeva una sola delle tue parole, citando le encicliche del papa e i testi del magistero con la stessa facilità con la quale affrontavi le questioni più complesse dell’economia, della finanza e del diritto tributario. Un altro avrebbe guardato gli altri dall’alto in basso, avrebbe infarcito il discorso di “io…io…io”. Non tu. Per te, prima c’era l’altro. Ricordo il tuo sorriso di fronte alla mia crisi cronica nelle questioni economiche, che non capisco e non mi impegno a capire. Mi commuove pensare alla pazienza con la quale mi spiegavi i vari passaggi, avendo cura di farmi capire perché si doveva agire in un modo piuttosto che in un altro nelle e varie operazioni.

Penso al tuo amore per i poveri, riversato nell’impegno per la Caritas parrocchiale. La centralità del bisognoso era per te l’impegno innanzitutto a conoscerne la storia, poi l’assunzione della situazione finalizzata all’aiuto e, passaggio decisivo che ti stava a cuore, la ricerca delle modalità che favorissero il superamento dell’indigenza e il recupero, tramite il lavoro, della dignità della persona, che doveva riprendere in mano la sua vita.

Va bene Paolo, mi fermo, devo lasciarti andare ora

Ma, ti prego, permettimi di salutarti con un piccolo appunto… di economia. Non ridere Paolo! Non sono impazzito, anzi non capisco ancora nulla come prima… ma, sai ..anche in teologia si parla di “economia”. Nella Rivelazione, si parla di economia per dire il darsi effettivo di Dio nella storia dell’uomo, il suo farsi carne, il suo sporcarsi le mani e dare la vita nella storia umana per salvarla non con il dispiegamento di un atto di potenza dall’esterno, ma con la croce e la risurrezione del Figlio di Dio. Ecco, Paolo carissimo: ora tu contemplerai perfettamente questa economia e, ti prego, aiuta anche me e i tuoi cari in questo cammino di fede che ci chiede di riconoscere i segni della presenza di Dio nel mondo, negli altri. Come hai fatto tu. Grazie Paolo, A-Dio.