Mons. Francesco Panfilo lascia la diocesi in Papua Nuova Guinea

Un’azione episcopale a largo raggio per iniziative pastorali, erezione di nuovi parrocchie e impegno fra la gioventù. Ma anche una intensa azione sociale di promozione umana, giunta anche a seri attriti con le politiche governative che andavano contro i piccoli proprietari terrieri. È stato il cammino di monsignor Francesco Panfilo, 77 anni, salesiano scalvino, di cui Papa Francesco, il 19 giugno scorso, ha accettato le dimissioni per raggiunti limiti di età. Nel contempo ha nominato come suo successore monsignor Rochus Josef Tatamai, 57 anni, attualmente vescovo di Kavieng.

L’arcivescovo Panfilo è nato a Schilpario, ma è della parrocchia di Vilminore, in una famiglia profondamente religiosa composta da dieci figli, di cui quattro sacerdoti: un prete diocesano (monsignor Francesco Panfilo, già parroco di Clusone e canonico onorario della Cattedrale di Bergamo, scomparso nel 2019) e tre sacerdoti salesiani (il vescovo Francesco; don Luciano, parroco a Roma, morto nel 1992 in un incidente stradale; don Giacinto, attualmente nella casa salesiana di Sondrio).

Dopo aver fatto il sagrista, il fabbro e il falegname ritenendole attività utili per essere missionario laico, decide di diventare sacerdote entrando nei Salesiani a Chiari. Nel 1965, concluso il noviziato, chiede di andare nelle missioni. Dopo una esperienza nelle Filippine, nel 1971 passa a Torino per ultimare gli studi teologici. È ordinato sacerdote il 27 aprile 1974 dall’arcivescovo Clemente Gaddi nella chiesa parrocchiale di Vilminore. Quindi torna nelle Filippine, dove diviene direttore di una grande scuola a Manila, maestro dei novizi e provinciale dei Salesiani per le isole del Pacifico.

Nel 1997 viene destinato alle missioni salesiane in Papua Nuova Guinea. Il 25 giugno 2001 è nominato vescovo di Alotau-Sideia e nel 2008 eletto presidente della Conferenza episcopale di Papua Nuova Guinea e Isole Salomone per un triennio. Il 18 marzo 2010 è nominato arcivescovo coadiutore di Rabaul, diventandone titolare l’11 agosto 2011. L’arcidiocesi è estesa su una superficie di 25.000 kmq tra terraferma e isole e quasi sepolta nel 1994 durante l’eruzione di due vulcani. Conta attualmente 350.000 abitanti, di cui 155.000 cattolici. Al suo arrivo, l’arcidiocesi contava 29 parrocchie e 22 preti diocesani. In dieci anni di episcopato sono passati rispettivamente a 38 e 47. Inoltre, monsignor Panfilo ha potenziato la scuola agrotecnica salesiana e l’apporto del laicato nella pastorale.

Nel 2016 gli è stato conferito l’Ordine del Logohu, che è la massima onorificenza di quel Paese, con questa motivazione: «Per il servizio alla comunità e alla Chiesa cattolica come sacerdote missionario salesianoper il suo lungo servizio nella promozione e nella formazione professionale e tecnica dei giovani e il suo eminente ruolo di guida come arcivescovo di Rabaul». 

Nella sua azione sociale non sono mancate frizioni con il governo, arrivate, tre anni fa, a un braccio di ferro a causa dell’espulsione di un missionario laico impegnato nella difesa dei diritti dei piccoli proprietari terrieri di fronte alla massiccia deforestazione per ricavare piantagioni per la produzione di olio di palma. Monsignor Panfilo diviene ora amministratore diocesano fino alla presa di possesso ufficiale del successore.