Un papà muore per salvare la figlia. Torna l’immagine del salvatore. Spunti, esperienze


È capitato domenica e se ne parla ancora oggi. Una bimba di 9 anni scompare nell’Adda sotto il livello dell’acqua, il papà che istintivamente la raggiunge ma, a sua volta, viene inghiottito dalla corrente improvvisamente forte. E un pescatore a sua volta si lancia in soccorso di padre e figlia, afferrando per un braccio la bambina. Impossibile, invece, dopo aver riportato a riva la piccola, ritrovare anche il corpo del genitore che è stato ritrovato, senza vita, molto tempo dopo. L’uomo si chiamava Angelo Belluscio. Abitava a Calusco.

È il dramma che rilancia l’immagine struggente, bellissima, del salvatore. Qualcuno che dà la vita perché un altro viva. Muore per far vivere, per lasciar vivere un altro. Questo può avvenire perché chi muore vuole molto bene a chi deve vivere. È proprio quel bene che lo spinge a dare tutto. I cristiani sanno molto bene quale è, per loro, l’immagine esemplare del salvatore. “Camminate nell’amore come anche Cristo vi ha amati e ha dato se stesso per noi” (Lettera agli Efesini).

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