Teatro, partenza in salita. L’attore Stefano Spampatti: “L’arte dopo il covid-19 è simbolo di rinascita”

Non è stato un periodo facile per il mondo dello spettacolo: uno dei primi a fermarsi, uno degli ultimi a ripartire

Un periodo, quello che abbiamo vissuto nei mesi scorsi, difficile per tutti. La pandemia che ha invaso in particolare la nostra città ci ha provati nel cuore e nell’animo. Ma un modo c’è per ripartire anche dopo la tragedia vissuta, e il teatro e la cultura, che da sempre caratterizzano una città come Bergamo, ce lo insegnano. Così l’attore bergamasco Stefano Spampatti ci descrive la crisi che il settore dello spettacolo ha attraversato nei mesi scorsi, ma anche il desiderio di ripartire e tornare a fare teatro per permettere a tutti quanti di ritrovare un po’ di quella serenità andata persa. “Non è stato facile”, spiega l’attore, “siamo stati infatti i primi a chiudere a metà febbraio. La legge ha impedito ogni forma di assembramento e così tutti gli spettacoli in programma sono saltati. Pensavo e speravo che la situazione si sarebbe risolta presto ma così non è stato purtroppo. Dal punto di vista professionale poi per me è stato un grosso problema. Lavoro a chiamata e così ho dovuto vivere con i risparmi accumulati nei mesi precedenti. Più la pandemia si prolungava più per me era difficile andare avanti. Del resto, anche quando la situazione ha cominciato a migliorare, quando molte aziende e attività hanno riaperto, sapevo che noi del settore spettacolo saremmo stati gli ultimi a poter tornare, proprio perché il nostro lavoro implica contatto ravvicinato tra gli attori e la presenza di un pubblico”. Ma finalmente per Stefano arriva la data fatidica, il 15 di giugno, quando viene sancita l’effettiva riapertura di cinema, teatri e luoghi della cultura pur nel rispetto delle norme anti-Covid e con tutte le dovute precauzioni. Ma sono ancora molte le realtà teatrali che, soprattutto in Lombardia, stentano a ripartire. C’è infatti chi preferisce riprendere a settembre la stagione per non rischiare una riduzione degli incassi. Adesso sono infatti meno i posti vendibili, per assicurare il distanziamento sociale. “Io penso che sia invece necessario darsi da fare subito”, continua l’attore. “Ora sappiamo di poter andare in scena e riprendere col nostro lavoro, più avanti non è detto. Nulla ci assicura che tutto filerà liscio e che non ci saranno altri impedimenti a causa del Covid o che le strutture culturali non vengano chiuse nuovamente”. Così Stefano non si arrende ed è già pronto a ripartire con i suoi spettacoli prendendo parte alla rassegna teatrale di Palazzo Terzi, organizzata dall’associazione Welcome Ospitality in collaborazione con il CUT (Centro Universitario Teatrale).

Sono infatti previsti 13 spettacoli da luglio a settembre con due repliche a settimana il giovedì e il sabato. Così la vena creativa di Stefano non si ferma e a fine luglio è già in agenda la ripresa di una web-serie scritta  e prodotta insieme alla sua compagnia Bric-a Bra, che sarà girata dalla troupe DMP e che avrà per tema la critica sociale ai fast food, dal titolo “Anelli dorati”. “Non mi sono mai perso d’animo neanche nei mesi passati”, spiega l’attore, “infatti durante il periodo della quarantena con la mia associazione Bric a Bra ho dato vita a un’iniziativa di animazione. Ci siamo collegati in videochiamata e ognuno di noi ha dovuto improvvisare una parte. La voce registrata di ciascuno degli attori è stata poi montata da un tecnico che ha sovrapposto la storia che ne è emersa con dei disegni. Ne è nata una storia animata, un modo per allenarci e tenerci in contatto anche durante il lockdown”. Una ripartenza in salita, dove il teatro e l’arte si ergono a simbolo di speranza per una nuova rinascita.