Ascolto, condivisione, coraggio, speranza: sono alcune delle parole che raccontano il periodo dell’emergenza covid-19 per il BergamoFestival 2020. Un’edizione speciale che ha come filo conduttore “Quel che resta del bene. Ridisegnare insieme il nostro futuro”, uno slogan in cui già si legge l’intento di ricomporre i pezzi del puzzle che la tempesta della pandemia ha scompaginato. Il puzzle è quello delle relazioni sociali, culturali, economiche: la nostra vita, il mondo, le aspettative per il futuro. Tutto è stato scompaginato e ora deve essere riletto in modo diverso. Il Festival parte proprio da qui, dal desiderio di offrire uno spazio per pensare e per approfondire, immagini e storie che costituiscano insieme memoria e chiave di lettura. Gli organizzatori avevano ragionato sul filo conduttore della manifestazione di quest’anno già prima della pandemia: l’intento era quello di scavare sotto il rancore diffuso e il cinismo che domina la scena politica, per ritrovare il senso e le prospettive del bene. Alla luce di quanto è accaduto, però, gli incontri che si svolgeranno nel complesso monumentale di Astino dal 10 al 12 luglio assumono un significato ancora più profondo, e attingono al grande movimento di solidarietà che si è innescato nella provincia di Bergamo durante l’emergenza.
“Spoon River Nembro” con Gigi Riva
A inaugurare il Festival sarà “Spoon river Nembro”, un incontro-lettura in memoria delle persone scomparse nel paese-simbolo della pandemia con il giornalista Gigi Riva. Appuntamento ad Astino alle 18,30, introduce don Cristiano Re, direttore dell’ufficio della pastorale sociale e del lavoro della diocesi di Bergamo. A Nembro sono scomparse 188 persone a causa del covid-19, l’incontro sarà dedicato a loro. Ci saranno intermezzi musicali di Pierangelo Frugnoli e parti narrate da Giorgio Personelli, i testi sono di Francesca Ghirardelli. La stessa sera alle 21 interviene il cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna, con Wlodek Goldkorn, scrittore e giornalista sul tema: “Noi e il prossimo. Dalle paure di un mondo incattivito alla solidarietà ritrovata. Sabato 11 luglio alle 18 interverrà Franco Arminio, poeta e “paesologo”, che durante la pandemia ogni mattina ha dedicato del tempo a rispondere alle telefonate della gente, pubblicando il suo numero di telefono su Facebook. Dialogherà con Davide Ferrario, regista e scrittore, su “Parole e immagini. Quel che resta del vero”. Introduce Corrado Benigni, presidente di BergamoFestival Fare la pace.
Piani e strategie per far ripartire l’Europa
Sono molte le ipotesi e le preoccupazioni per il futuro anche in ambito politico. Se ne parlerà sabato 11 luglio alle 21 con Paolo Gentiloni, commissario per gli Affari economici dell’Unione Europea. Tema dell’incontro: “L’Europa ai tempi del covid. Piani economici e strategici per far ripartire il sistema”. Saranno illustrate le politiche europee per rispondere alla crisi causata dal coronavirus e gli strumenti messi in campo fra Mes, Sure e Recovery Found. Lo intervistano Nando Pagnoncelli, presidente e amministratore delegato Ipsos Italia e Paolo Magri, vice presidente esecutivo e direttore dell’istituto per gli studi di politica internazionale (Ispi).
Ci sarà anche il tempo di ragionare su “Dove va la Chiesa. Come la pandemia ha fatto ripensare il rapporto con le comunità e il ruolo della religione”. L’incontro si svolgerà il 12 luglio alle 17,30 e Andrea Riccardi, storico e accademico, fondatore della Comunità di Sant’Egidio, sarà intervistato da Nando Pagnoncelli e don Giuliano Zanchi, teologo e presidente del comitato scientifico di Bergamo Festival Fare la pace. L’ultimo incontro, il 12 luglio alle 21, avrà invece come protagonista Telmo Pievani, filosofo ed evoluzionista, che dialogherà con Corrado Benigni su “La natura come bene comune: il nesso ecologico delle pandemie”, partendo dal suo ultimo libro “La Terra dopo di noi”.
Per partecipare agli incontri è necessario prenotarsi sul sito www.bergamofestival.it. Da quest’anno saranno comunque tutti trasmessi anche in diretta streaming sui canali Facebook, Youtube e sul sito web.
I manifesti in città e la musica di Ahmad
Accanto alle conferenze ci saranno anche due iniziative speciali, declinate attraverso la fotografia e la musica. La prima è un’”installazione urbana”, che racconta attraverso immagini e parole simboliche la pandemia a Bergamo. Le foto sono del reporter Giovanni Diffidenti, le parole e la ricerca sul campo di storie e di testimonianze che le ha generate sono di Elena Catalfamo, giornalista de L’Eco di Bergamo. Il progetto è curato da don Giuliano Zanchi con la partecipazione di Cesvi e di un folto gruppo di educatori, coordinatori e alcuni presidenti di numerose cooperative sociali aderenti a Confcooperative: L’Impronta, il Consorzio Solco Città Aperta, Ecosviluppo, Alchimia, Il Pugno Aperto, Aeper, Biplano, Cooperativa Ruah. Hanno contribuito anche don Cristiano Re, Francesca Monge della Coopperativa l’Impronta, aderente a Confcooperative e Sara Ruggeri, Communication coordinator di Cesvi. Il 17 luglio, infine, alle 21,30 al Lazzaretto di Bergamo un appuntamento davvero speciale: un concerto di Aeham Ahmad, il pianista di Yarmouk, proposto dal Festival con Fondazione istituti educativi, Associazione il Porto, Suoni d’’intorno e Confcooperative-Happening delle cooperative. La musica di Ahmad è risuonata in tutto il mondo attraverso i social anche sotto i bombardamenti durante la guerra civile in Siria, come messaggio di pace e di fratellanza, e rappresenta anche per Bergamo, così profondamente ferita dalla pandemia, un momento in cui ricordare in modo simbolico questi valori.