Bambini – i consigli della pedagogista: perché punire non serve a nulla

E’ possibile educare i nostri figli senza mortificarli con le punizioni? E’ il grande quesito che molti genitori si pongono e che noi abbiamo provato a rivolgere alla pedagogista Carolina Corna: “In fondo, il motivo per il quale i genitori puniscono è infliggere un’umiliazione per cercare di ottenere un determinato comportamento- spiega la pedagogista -. Questo utilizzo delle punizioni è inutile: il genitore pensa che, punendo il bambino, lui possa trarne beneficio e imparare la lezione, ma non è così. Le punizioni non sono altro che un modo per trasmettere amore condizionato, ossia: io ti voglio bene solo se ti comporti in una determinata maniera”.

Possiamo distinguere diversi tipi di punizioni?

“Sì, la prima è l’allontanamento: il genitore si allontana dal bambino, o non gioca più con lui, perché quest’ultimo si è comportato male. In questo caso nel bambino si crea una forte ansia e preoccupazione che egli non gli voglia più bene e che potrebbe anche perdere il suo affetto. La seconda tipologia di punizione è quella corporale, sicuramente tra tutte la peggiore. Attraverso una sculacciata, io sto insegnando al piccolo che per ottenere qualcosa devo utilizzare la violenza, niente di più sbagliato”.

A volte, i genitori ricorrono alle minacce verbali anticipando la punizione, dicendo per esempio ‘se continui a fare così, ti porto via il tuo gioco preferito’, può essere una soluzione efficace?

“No, in questo modo si crea un clima di sfiducia nel bambino, perché il genitore sa già che il figlio non si comporterà bene e glielo trasmette”.

Quale può essere, allora, il miglior atteggiamento da parte di noi adulti?

“La soluzione è cercare di utilizzare sempre la comunicazione non violenta, attraverso il dialogo e l’empatia, non per mezzo di punizioni, minacce o addirittura arrivando a usare la forza. Comunicare sempre l’amore incondizionato al nostro bambino è fondamentale per instaurare un corretto rapporto con lui, rafforzare la sua autostima e contribuire a renderlo più sereno”.