La movida e le mascherine, primo segno di gentilezza e rispetto nell’era del covid-19

Il nuovo galateo dell'era post covid: mascherina e saluto con il gomito. Foto Siciliani-Gennari Sir

Le battute sul “giro di vite” del Governo per la movida, con l’obbligo di indossare la mascherina dalle 18 alle 6 (nei luoghi dove non si può rispettare il distanziamento), si sono sprecate: il covid-19 virus nelle vignette che circolano sui social è spaventoso di notte come Dracula e pacioccone di giorno come il Gabibbo. Al contrario c’è chi continua a scandalizzarsi a prescindere per gli “assembramenti” giovanili, come se fossero l’unico problema. L’etimologia della parola “divertimento” porta con sé una chiave di lettura alternativa: dal latino “allontanare” vuol dire guardare altrove, distrarsi dalle preoccupazioni. Va da sé che in un periodo come questo non solo i ragazzi ma in realtà tutti quanti, senza limiti di età ne sentano il bisogno più del solito. È una reazione naturale alla sofferenza, alla solitudine, all’isolamento forzato a cui siamo stati sottoposti nei mesi invernali. Divertimento in questo momento vuol proprio dire incontro, contatto, relazione: ciò che per mesi è stato impossibile. Accade in fondo lo stesso a chi vorrebbe godersi le vacanze come sempre, senza rassegnarsi a limitare gli spostamenti e le destinazioni, come se il coronavirus non ci fosse mai stato. Salvo poi fare i conti con tamponi e quarantene, in un clima un po’ confuso, in cui le norme si ritrovano a rincorrere gli eventi. Tutti questi comportamenti possono rivelare qualcosa di noi stessi e della società contemporanea: sono in fondo espressioni di resistenza al cambiamento e manifestano il desiderio e la necessità di tornare alla “normalità” alla quale siamo abituati. Ma è davvero possibile o è un’illusione? È innegabile che negli ultimi due mesi, nonostante le mascherine (spesso indossate come accessorio sul collo o sul braccio), ci siamo sentiti immersi in un’atmosfera più serena, ma la pandemia non se n’è andata. Continuiamo a navigare a vista, e in questo clima dobbiamo misurarci con alcuni equilibri “dinamici” che ci fanno vacillare, come gli acrobati su una pedana mobile, in una continua tensione tra libertà personale e responsabilità collettiva, fra noncuranza, individualismo e senso di comunità. Indossare la mascherina può sembrare “spaventoso”, ma per adesso è l’arma di prevenzione più efficace. Nel nuovo galateo dell’estate post-covid portarla sul viso è diventato il gesto più semplice per mostrare gentilezza e rispetto. Sarebbe bello se riuscissimo a considerarlo un “divertimento”, inteso come modo per guardare altrove, evitando o rallentando il ritorno dei contagi.