Covid-19: serve un legame di solidarietà tra le generazioni

“Questo è tempo di incertezza, di ansia, ma anche di riflessione, di azione comune. La strada si ritrova certamente e non siamo soli nella sua ricerca. Dobbiamo essere vicini ai giovani investendo nella loro preparazione. Solo allora, con la buona coscienza di chi assolve al proprio compito, potremo ricordare ai più giovani che il miglior modo per ritrovare la direzione del presente è disegnare il tuo futuro”. Con queste parole Mario Draghi ha concluso il 18 agosto l’intervento in apertura del Meeting di Rimini. Scorrevano nella stessa giornata sui video le immagini delle discoteche e delle passeggiate affollate, senza mascherine e distanziamenti. La contrapposizione mediatica ha fatto pensare a una assai più preoccupante distanza tra le parole e la realtà, tra una generazione e l’altra.
Forse questa distanza non è insuperabile, non può comunque essere chiusa in un giudizio inappellabile perché dietro la trasgressione ci sono provocazioni, sfide, domande. Gli adulti e in particolare coloro che hanno responsabilità educative, mai estranee alla politica e all’economia, sono sollecitati ad aprire gli occhi su quanto sta avvenendo oggi nel cuore e nella mente delle nuove generazioni.
Nell’enciclica Laudato si’ si legge: “Le crisi economiche internazionali hanno mostrato con crudezza gli effetti nocivi che porta con sé il disconoscimento di un destino comune dal quale non possono essere esclusi coloro che verranno dopo di noi. Ormai non si può più parlare di sviluppo sostenibile senza una solidarietà tra generazioni”.
La pandemia che ancora non consente di uscire dall’incertezza e dall’ansia ha rilanciato il suo monito severo ma anche ha richiamato l’urgenza di un’alleanza tra generazioni che si riassume nella cura degli adulti per i giovani, nella cura dei giovani per gli adulti, nella cura di entrambe le generazioni della casa comune.
A settembre, con la scuola, si riparte e questa sarà una importante occasione per disegnare insieme il futuro che ha bisogno di una formazione integrale della persona. Di questo orizzonte poco o nulla si parla sommersi come si è da comprensibili domande di sicurezza e da irresponsabili polemiche politiche.
Il rischio è di tradire ancora i più deboli e tra questi, nonostante le apparenze, sono anche i giovani trasgressori delle norme di sicurezza Covid. Il compito degli adulti non è tanto e solo di ergersi a giudici quanto di ascoltarli, di confrontarsi, di ritrovare insieme la strada della solidarietà senza la quale il bene comune e lo sviluppo sostenibile rimarranno sogni nel cassetto.