Scuola, parla un docente: “La scuola dev’essere dal vivo. Siamo felici di poter ricominciare”

Mancano solo pochi giorni alla riapertura delle scuole di ogni ordine e grado ovvero il 14 settembre, in un clima di grande attesa.

«Sono molto molto contento di ritornare a scuola». Sono parole di grande gioia da parte del professore Stefano Asperti, docente di lingua inglese all’Opera Sant’Alessandro di Bergamo. «Anche i miei colleghi sono felici di tornare in presenza. Ovviamente con un po’ di preoccupazione: gli imprevisti non mancheranno e vogliamo saperli gestire nel migliore dei modi; siamo comunque tutti molto contenti sia di vedere i ragazzi sia di vederci tra noi docenti» commenta Stefano.

Stefano Asperti insegna sia al Collegio Vescovile (scuola secondaria di primo grado) sia ai Licei, in particolare al Liceo Linguistico Giuridico Economico e al Liceo Scientifico.

Stefano ricorda con affetto la maturità passata: «Faccio parte dell’Unità Didattica Digitale, una task force voluta dalla Preside Anna Gabbiadini per “guidare” la scuola verso un uso efficace delle piattaforme digitali ed elaborare le strategie pedagogiche più adatte a garantire vicinanza e cura ai nostri studenti e alle loro famiglie. In questa veste ho avuto modo di stare particolarmente vicino ai nostri ragazzi, che mi hanno davvero colpito l’ultimo giorno di scuola quando abbiamo organizzato una sorta di saluto a distanza in webcam. Quante lacrime, quel giorno! Una sincera espressione del loro legame con la scuola, del loro grande senso di appartenenza e della loro speranza “quando sarà tutto finito” di potersi salutare come si deve. In effetti alcuni di loro li ho incontrati al termine del lockdown, in occasione dell’esame di maturità. E sono stati veramente bravissimi!».

Dalla prima settimana di settembre, alcuni istituti hanno riaperto per far spazio ai PAI (Piani di Apprendimento Individualizzato) volti ad aiutare alcuni ragazzi a migliorare le proprie lacune scolastiche. «Anche in quest’occasione,  – spiega Stefano – i nostri studenti si sono dimostrati responsabili. Ognuno fa la sua parte: i ragazzi mantengono le distanze di sicurezza, indossando sempre la mascherina, il personale scolastico sanifica i banchi al termine di ogni lezione e il singolo docente pulisce la propria cattedra quando entra in una classe nuova».

Il Covid ha imposto nuove e stringenti regole, ma non ha impedito al Sant’Alessandro di mantenere i progetti in cui crede sotto il profilo pedagogico. Tra questi, il momento dell’accoglienza all’avvio dell’anno scolastico. «Rispetto agli anni precedenti abbiamo dovuto modificare l’organizzazione in modo da garantire un’accoglienza in totale sicurezza, senza mescolare gli alunni delle diverse classi e prediligendo le attività all’aperto e nel nostro grande Auditorium. Diversa organizzazione ma obiettivo mantenuto: quello di aiutare i nuovi arrivati a sentirsi a casa propria».

Lo svolgimento delle lezioni sarà strutturato in unità didattiche di 45 minuti, per poter unire la didattica in presenza con quella a distanza; per compensare il monte ore previsto, saranno introdotti alcuni pomeriggi nei quali gli alunni delle medie frequenteranno laboratori di informatica, di cultura digitale, di Global Perspectives Cambridge e di potenziamento di lingua inglese con la madrelingua. Gli studenti delle superiori, invece, dedicheranno i pomeriggi a verifiche e interrogazioni programmate.

Per quanto riguarda l’allestimento delle aule e la dotazione di arredi, «essendo una scuola paritaria, abbiamo provveduto in autonomia, investendo nell’abbattimento di alcune pareti per allargare le aule, attrezzando ogni aula con schermi che permettano la didattica a distanza, sostituendo i banchi, quando necessario, per poter garantire il distanziamento di oltre un metro. In questo modo quando gli alunni saranno seduti potranno abbassare la mascherina».

E per il pranzo? Un grande vantaggio, per la scuola, è quello di disporre già di una mensa di qualità che sarà aperta, quest’anno, anche ai ragazzi dei Licei. Spiega Asperti: «Chi lo desidererà potrà consumare il pranzo in mensa a un prezzo di favore. Chi invece preferisce portare il cibo da casa, potrà rimanere a scuola. Sarà naturalmente anche possibile il rientro in famiglia per la pausa pranzo».

In conclusione, sicuramente questo anno scolastico sarà molto diverso, a tratti complicato ma, chiarisce Stefano, «noi stiamo lavorando per far in modo che il rientro a scuola avvenga in sicurezza e nell’assoluto rispetto delle normative vigenti. È bello andare a scuola, non solo per la formazione culturale che si riceve ma anche per l’opportunità che offre di stare insieme, coltivare amicizie, costruire relazioni di senso. A questo abbiamo dovuto rinunciare per alcuni mesi, con un sacrificio che speriamo di non dover più affrontare in futuro. Per questo stiamo lavorando tutti insieme: docenti, non docenti, dirigenti…E naturalmente studenti e famiglie. Solo insieme, con un comportamento di grande responsabilità da parte di ciascuno, sapremo affrontare questo nuova sfida. Tutelando se stessi, il nostro prossimo, e le persone più fragili».