Comprare etico, a chilometro zero, con un’attenzione all’ambiente e alla filiera corta e sostenendo i produttori locali: quando Giada Frana, 33enne di Casnigo, si è avvicinata alla filosofia low impact, ha scoperto che sul territorio bergamasco erano attive molte realtà in linea con il suo sentire, dove poter fare acquisti di qualità, etici, giusti e buoni. Tra queste realtà, c’era anche L’Alveare Che Dice Sì, rete innovativa che metteva in relazione le nuove tecnologie – come il web, le mail e il pagamento online – con un modello economico sociale e collaborativo, a servizio dell’agricoltura e del mangiare sano e locale, creando una serie di “alveari” territoriali dove le persone potessero acquistare dai produttori della zona. Da fruitrice del servizio a creatrice di un suo Alveare di cui essere gestora, il passo per Giada è stato facile: alla base della scelta, la volontà di diffondere questa formula anche in Valle Seriana e di rendere più facile la fruizione del servizio. È nato così l’Alveare Fratellanza, con sede a Casnigo, che nelle prossime settimane prenderà ufficialmente il via con la prima distribuzione.
Primi passi…
«All’inizio mi rifornivo all’Alveare Tamarindo di Bergamo, che effettua la distribuzione settimanale a Redona – spiega Giada -. Ma per me diventava scomodo scendere a Bergamo tutte le settimane per ritirare la spesa. A volte se ne occupava mia cugina, che lavorava in città, ma quando lei si è trasferita è diventato davvero difficile. Come fare dunque? Non volevo abbandonare l’idea, volevo continuare a poter acquistare prodotti etici, locali. Allora ho iniziato a pensare a un “mio” alveare, più comodo per me ma anche per tutte le persone dell’alta Valle Seriana».
La formula dell’Alveare Che Dice Sì è tutto sommato semplice: ogni Alveare ha una lista di produttori di riferimento sul territorio – tutte realtà che si occupano di agricoltura e di produzione attenta all’ambiente – che di settimana in settimana propongono agli iscritti i propri prodotti disponibili. Gli iscritti effettuano la spesa sulla pagina dell’alveare, pagano online e la settimana seguente, nel giorno predisposto alla distribuzione, si recano in loco e ritirano quanto acquistato, incontrando al contempo i produttori presenti. Una rete informale e diretta che unisce la comodità della spesa virtuale alla possibilità di conoscere le realtà imprenditoriali sostenibili presenti sul territorio e di sostenere un’economia a chilometro zero.
«Gli step per l’apertura di un Alveare sono facili – continua ancora Giada -. Bisogna fare dapprima una richiesta all’Alveare “madre”, specificano le motivazioni che stanno alla base della scelta di diventare gestore. Una volta accettata la domanda, si inizia a costruire l’Alveare con il supporto costante di una referente dell’Alveare madre. Per partire, bisogna coinvolgere un tot di nuovi produttori e un tot di nuovi iscritti, cioè potenziali clienti».
Questo è stato per Giada il primo scoglio da superare. L’approvazione della sua domanda di apertura di un Alveare è infatti stata accolta a febbraio, poco prima del lockdown a causa della pandemia di Covid-19: una circostanza, questa, che ha reso il contatto con i produttori e i potenziali acquirenti futuri più lento e difficoltoso, anche perché durante lo stop i produttori stessi hanno dovuto reinventarsi, ad esempio con le consegne a domicilio (alcuni hanno addirittura chiuso). «Avevo un kit di volantini da distribuire a scuole, biblioteche, bar, ecc per presentare il progetto, ma ovviamente con lockdown non è stato possibile… – spiega Giada – Quindi mi sono attivata più sul versante comunicazione on line, Facebook, Whatsapp, e grazie al passaparola di familiari e amici sono riuscita a raggiungere il numero di iscritti richiesti per partire, anzi, l’ho raddoppiato».
Alveare Fratellanza: un nome, tanti valori
L’Alveare Fratellanza partirà ufficialmente il 23 settembre, con il primo Alveritivo di presentazione presso il Circolo Fratellanza di Casnigo, mentre la prima distribuzione avverrà la settimana successiva (30 settembre), sempre presso la medesima location.
Una scelta, quella di appoggiarsi al Circolo Fratellanza, non casuale: «È un luogo simbolo per Casnigo, per la sua storia e la sua popolazione – spiega Giada – ed è anche un luogo che si sta cercando di rilanciare grazie all’organizzazione di eventi culturali, come ad esempio la presentazione di libri. Non a caso, l’Alveare che gestisco porta proprio questo nome: Alveare Fratellanza, per richiamare sia il luogo, sia lo spirito che contraddistingue questo progetto».
Lo “zoccolo duro” dei produttori all’interno di un Alveare è costituito da chi propone prodotti cosiddetti di base: frutta, verdura, carne, formaggi, prodotti da forno. A essi si aggiungo poi realtà che propongono altre tipologie di prodotti – come birre artigianali, cosmetici, detergenza della casa, ecc – sempre in linea con la filosofia dell’Alveare: naturali, biologici, a chilometro zero e realizzati direttamente da loro (non viene infatti rivenduta merce da produttori terzi).
«Quello che caratterizza un Alveare – aggiunge ancora Giada, che sta organizzando in questi giorni l’aperitivo di benvenuto nel rispetto di tutte le normative anti-Covid – è il fatto che, per quanto la spesa avvenga online, la distribuzione è fisica e mette in contatto clienti e produttori. La conoscenza reciproca è un valore aggiunto del progetto perché permette a chi acquista di incontrare chi produce, tessendo relazioni, rete e comunità».
Per informazioni e iscrizioni: https://alvearechedicesi.it/it-IT/assemblies/12566
Per restare aggiornati sulle iniziative: pagina FB “Alveare Fratellanza”