Malawi, una gara di solidarietà per riaprire l’ospedale di Balaka distrutto da un incendio

Nata come una sfida nella notte del 31 luglio, la riapertura dell’ospedale distrettuale di Balaka – cittadina del Malawi, meta di missionari e volontari bergamaschi – è diventata realtà lo scorso 16 settembre, dopo che, a causa di un incendio innescato da un cortocircuito, gran parte della struttura sanitaria era stata polverizzata. «Non ci sono stati feriti, ma tutti i 146 pazienti, illesi, sono stati trasportati altrove», ricorda padre Piergiorgio Gamba, missionario monfortano di Ubiale. Quanto ai danni materiali, le fiamme avevano distrutto deposito delle medicine, cucina, lavanderia, reparto dell’amministrazione e sistemi idraulico ed elettrico. «In quella notte di fine luglio è andato perso tutto, proprio nel momento in cui, a causa dell’incedere della pandemia con oltre 5.500 casi di positivi nel Paese, era necessario che l’ospedale, unico appiglio per gli ammalati della zona, funzionasse al meglio». Pertanto ne è nato l’immediato bisogno di organizzare una raccolta fondi (https://www.adozioni-malawi.org/2020/08/07/tamtam-malawi-appello-per-lospedale-di-balaka/), destinata alla ricostruzione e riapertura dei vari padiglioni, perché «in mancanza di altre strutture sanitarie, far tornare operativo in fretta il Balaka District Hospital era una priorità». Con il sostegno inviato dall’Italia è stato acquistato tutto il materiale necessario. Medicinali, utensili, camici, frigoriferi e lavatrici. «L’aiuto ricevuto ha permesso di non indugiare ulteriormente, superando i tempi della burocrazia, e di dare vita ad un miracolo capace di salvare migliaia di malati, che, altrimenti, sarebbero rimasti nelle capanne dei nostri villaggi senza alcun tipo di assistenza», prosegue il 68enne bergamasco, in Malawi dal ’76. Con l’ammissione del primo paziente lo scorso 16 settembre, e la successiva riapertura del reparto di maternità, l’ospedale è tornato in funzione. «Al momento vengono ricevuti tutti i malati, e la degenza è assicurata in base alle necessità. Ci muoviamo a piccoli passi verso un servizio completo, in attesa della riapertura generale del 12 ottobre. Le immagini che invio in patria, fin troppo semplici se paragonate alle condizioni degli ospedali italiani, vogliono essere un segnale importantissimo. Ancora una volta, grazie. Nella speranza che questo ospedale possa essere anche una difesa contro la pandemia».