La festa dei nonni ai tempi del covid-19: non lasciamoli soli

Che un nonno, una nonna, che forse non può più parlare, che è paralizzato, e il nipote o il figlio arriva e gli prende la mano, e in silenzio la accarezza, niente di più. Questa è la cura della vita.

Papa Francesco

C’è un tesoro nascosto in questa frase di Papa Francesco ed è la vicinanza, tenersi per mano: un gesto d’affetto semplice, bello e tenero che in questo tempo strano rischiamo di dimenticarci. Al tempo della pandemia baci e abbracci, soprattutto tra nonni e nipoti sono gesti proibiti, “pericolosi”. Bisogna percorrere la strada più asettica e faticosa delle mascherine e degli incontri a un metro di distanza: l’attenzione e la cura passano da questa porta troppo stretta per le grandi emozioni.
“Nei bambini più piccoli – confida una mamma, con inquietudine – all’inizio ci sono tristezza e mancanza. Poi però, pian piano, l’immagine dei nonni sbiadisce, come se non ci fossero già più”. È davvero faticoso e delicato il clima in cui ricordiamo, venerdì 2 ottobre, come ogni anno, la festa dei nonni. Bergamo ne ha persi moltissimi nei mesi di marzo e aprile, i loro nomi sono sulle croci di legno delle tombe scavate di fresco al Cimitero monumentale della città. Sono la maggior parte dei seimila morti di covid-19, l’altissimo tributo pagato dalla nostra provincia alla pandemia.
Così per molti questa sarà una festa della memoria: anch’essa tesoro prezioso da custodire, perché con questi uomini e donne scomparsi all’improvviso, senza nemmeno un ultimo saluto, se n’è andato un patrimonio di legami, storie, valori, affetti.
Ma ci sono – per fortuna – i nonni che sono sopravvissuti: a loro quest’anno va un omaggio d’amore e di gratitudine più intenso del solito, con la consapevolezza che la loro presenza e la generosa energia che spendono nelle famiglie, nelle comunità, nelle associazioni sono doni preziosi.
Ci sono anche i nonni più fragili, quelli ospitati dalle residenze per anziani – così duramente colpite dal coronavirus -, ai quali occorre un supplemento di impegno da parte di tutti: proteggerli implica aumentare le misure di sicurezza, ma questa non deve diventare una scusa per lasciarli soli, in una condizione pesante di malinconia e isolamento. C’erano una volta la musica, gli spettacoli, l’animazione, le visite delle famiglie.
“Ora – spiega un volontario di un’associazione dedita agli anziani – l’atmosfera è molto più triste e silenziosa, la vita di prima sembra un ricordo lontano”.
I nonni sono i custodi delle radici, le fondamenta sulle quali si appoggiano le nostre vite individuali ma anche le relazioni comunitarie, per molti genitori sono l’unico sostegno possibile per la custodia dei più piccoli, risorsa unica di esperienza ed entusiasmo in tempi cupi di crisi.
Non possono essere dimenticati, trascurati, messi da parte, semplicemente isolati. Bisogna trovare modi creativi per continuare a tenerli per mano, perché possano conservare la speranza e la voglia di vivere. Anche questo è un modo per esprimere la gratitudine che meritano, e non dimenticare che “un nonno è qualcuno con l’argento nei capelli e l’oro nel cuore”.