Gemellaggio tra Borgo Santa Caterina e Amalfi per ricordare i nonni

Un gemellaggio tra l’oratorio di Borgo Santa Caterina e Amalfi per festeggiare i nonni. Con la grafia incerta dei più piccoli e colori vivaci i bambini raccontano le loro storie e regalano immagini delle loro famiglie: ci sono i nonni che scalano le montagne e quelli che devono spostarsi sulla carrozzina. Nei disegni dei bambini i loro volti sono illuminati dall’affetto e dai sorrisi. L’iniziativa è nata per valorizzare “il sapere antico, un patrimonio di storie, racconti, stili di vita passati da tramandare alle nuove generazioni. Il tempo che i bambini trascorrono con loro è parte della loro formazione ed educazione, in cui apprendono regole di comportamento e costruiscono parte della loro formazione ed educazione, in cui apprendono regole di comportamento e costruiscono parte della loro identità. Per questo, anche da adulti, ci si ricorda sempre dell’appoggio, della dolcezza, della complicità che si aveva con i propri nonni”. 

Così è nato un gemellaggio virtuale all’interno di uno “spazio di catechismo creativo e virtuale” tra l’Ufficio catechistico della diocesi di Bergamo, e in particolare l’oratorio di Santa Caterina e l’Ufficio analogo dell’arcidiocesi di Amalfi – Cava dei Tirreni. Ai ragazzi e alle famiglie è stato lanciato l’invito a confrontarsi sul tema dei nonni e a produrre foto, disegni, lavoretti ad essi ispirati. I lavori sono stati racconti in una serie di filmati poi condivisi sui social network per tutta la settimana a partire dalla festa dei nonni del 2 ottobre scorso. I bambini raccontano i nonni come “persone che ci sono sempre, ti sostengono quando sei in difficoltà, ti curano quando sei malato”. È prezioso il tempo che dedicano ai nipoti anche per cose semplici come “fare la pizza insieme”. Continuano a brillare come stelle e come angeli custodi anche quando non ci sono più, e restano nel cuore. Come scrive con affetto un bambino della parrocchia di Santa Maria del Rovo, della diocesi di Amalfi ”Il mio pensiero va a tutti quei nonni di Bergamo che questo maledetto virus si è portato via”.

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