San Francesco, la fratellanza dentro e fuori il monastero

A proposito dell'enciclica "Fratelli tutti"

L’ultima enciclica di Papa Francesco è molto legata alla figura di san Francesco. In che misura pensi che il tema della fratellanza sia caratteristico del Poverello e in che misura possa essere attuale ancora oggi? Maria

Il tema della fratellanza, o per meglio dire, della fraternità, caratterizza la spiritualità di san Francesco, cara Maria, e costituisce, accanto alla minorità, il cardine principale della sua forma di vita evangelica. Nel nome del Signore Gesù, infatti, il Poverello di Assisi si riconosce fratello di tutti e desidera che i suoi frati si riconoscano tali innanzitutto tra di loro e poi con tutti gli uomini, le donne e persino con il creato. 

La scoperta di Dio come Padre

Per lui, la fraternità non nasce da una mera filantropia, ma da un’autentica esperienza della paternità di Dio e costituisce l’humus nel quale insieme ai suoi frati vive la relazione con Dio e la sequela di Cristo povero e crocifisso. 

Basilica superiore di Assisi
Giotto, “spoliazione di s. Francesco

Emblematico è l’episodio della “spogliazione” quando, davanti al vescovo di Assisi, al padre e ai molti presenti, il giovaneFrancesco proclamò: «Ascoltate tutti e cercate di capirmi. Finora ho chiamato Pietro di Bernardone padre mio. Ma dal momento che ho deciso di servire Dio, gli rendo il denaro che tanto lo tormenta e tutti gl’indumenti avuti da lui. D’ora in poi voglio dire: “Padre nostro, che sei nei cieli”, non più “padre mio Pietro di Bernardone”». 

La scoperta di Dio come Padre di tutti e di ciascuno lo illumina interiormente e gli dona la grazia di riconoscere ogni uomo e donna, di razze e culture diverse, povero o ricco, emarginato o potente, suo fratello e sua sorella perché figlio e figlia dello stesso Padre. 

Tutti gli uomini sono fratelli. E il mondo e gli animali…

Da quel momento nascono relazioni interpersonali nuove ed evangeliche, aperte al dialogo e qualificate dalla fiducia, dal rispetto, dal servizio umile, dalla pace. Nei suoi scritti più volte invita i suoi frati a vivere relazioni alla pari, da fratelli, e li esorta a porsi tali anche dinanzi agli altri uomini e alle creature: «E nessuno sia chiamato priore, ma tutti siano chiamati semplicemente frati minori. E l’uno lavi i piedi all’altro» (Regola non bollata); fratelli, servi e minori, «soggetti ad ogni creatura umana per amore di Dio» (Rnb). La fratellanza di san Francesco e dei suoi frati, lo sappiamo bene, include anche la creazione poiché plasmata, come noi, dalle mani creatrici del Padre.

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Basilica superiore di Assisi
Giotto, la predica agli uccelli

Ma c’è di più! Raccontano le biografie che anche un animale insignificante come il verme era da lui chiamato fratello, perché gli ricordava Cristo che nella passione aveva pregato il salmo 21,7: “Ma io sono verme, non uomo, infamia degli uomini, rifiuto del mio popolo”.

L’episodio dell’incontro con il sultano Malek-El-Kamel, che avvenne in Egitto, a Damietta, nelcontesto della quinta Crociata, e che costituisce una sorta di “incipit” della nuova enciclica “Fratelli tutti”, è ancor più significativo poiché ci offre sentieri possibili per tentare di vivere oggi in modo evangelico la cultura del dialogo e dell’incontro con il diverso, verso il quale, ai nostri giorni,domina paura, sospetto e rifiuto. 

Contro le barriere e le chiusure del nostro tempo

Per questi e molti altri motivi, il tema della fratellanza è particolarmente attuale e può essere un efficace antidoto contro l’indifferenza, l’individualismo, le barriere e le chiusure del nostro tempo.

Lo evidenzia bene l’enciclica “Fratelli tutti”, nella quale il papa offre all’umanità intera una sapiente lettura della realtà, declinando il messaggio di san Francesco nella concretezza dei nostri giorni, dominati dalla cultura dello scarto, dell’immagine, dai disequilibri sociali, ecologici, ecc. 

Scrive papa Francesco nei primi capoversi: 

«Consegno questa Enciclica sociale come un umile apporto alla riflessione affinché, di fronte a diversi modi attuali di eliminare o ignorare gli altri, siamo in grado di reagire con un nuovo sogno di fraternità e di amicizia sociale che non si limiti alle parole. Pur avendola scritta a partire dalle mie convinzioni cristiane, che mi animano e mi nutrono, ho cercato di farlo in modo che la riflessione si apra al dialogo con tutte le persone di buona volontà».

E allora ognuno accolga l’invito di san Francesco che, sul letto di morte, disse ai suoi frati: «Io ho fatto la mia parte, la vostra ve la insegni Cristo».

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