Addio a don Oliviero Giuliani: prete e giornalista, nei suoi articoli trent’anni di vita della diocesi

Un ministero sacerdotale vissuto in diverse parrocchie. Per trent’anni la sua parrocchia è stata la stampa cattolica diocesana, svolgendolo questo impegno «con passione e diligenza», come lui stesso amava ripetere. Don Oliviero Giuliani si è spento domenica 25 ottobre, nella Fondazione Piccinelli a Scanzorosciate. Da tempo malato, aveva 74 anni. Era nato il 15 dicembre a Villa d’Almè. Pochi mesi fa aveva pubblicato un agile libretto di ricordi sulla sua fanciullezza nel paese in riva al Brembo. Dopo l’ordinazione sacerdotale (27 giugno 1970) era stato curato in 4 parrocchie: Calcinate, Terno, Clusone e Almenno San Salvatore. Nel 1987 il suo esordio nel vasto mondo della stampa cattolica, dapprima come direttore di redazione di «Echi di Papa Giovanni e della B. Morosini» (1987-91) e successivamente come direttore responsabile dell’allora settimanale diocesano «La nostra Domenica» (1991-2000), che ha sempre portato nel cuore. Inoltre, per tanti anni, fino a pochi mesi fa, aveva collaborato al mensile diocesano «L’Angelo in famiglia» e pubblicato biografie di santi e di sacerdoti. Nel 50° di sacerdozio, in primavera era stato edito il volume «I giorni, i secoli, il tempo. Antologia di 30 anni di giornalismo», in cui sono raccolti suoi articoli ed editoriali del mensile e del settimanale, selezionati da monsignor Arturo Bellini. Articoli che portano riflessioni su eventi, figure, momenti ecclesiali e che appaiono come una galleria di storie, volti e problematiche, affrontati con immediatezza, equilibrio e umiltà, per offrire un contributo serio alla riflessione, ben lontani da slogan urlati o giudizi unilaterali che caratterizzano personaggi e stampa del nostro oggi. «Come giornalista — ricorda monsignor Bellini — don Oliviero ha focalizzato l’attenzione sui drammi dell’umanità e nelle piccole vicende, come nei grandi eventi della vita ecclesiale e sociale. Si è mantenuto fedele all’ideale da lui sempre tenuto davanti agli occhi: “individuare, con l’attenzione dei cercatori d’oro, i fili di umanità che intessono la trama della storia e rilevare nei segni della Provvidenza ciò che il poeta Mario Luzi ha definito “il bulbo della speranza”».

Nel 1996 era diventato anche parroco di Roncola di Treviolo. Nel 2003 era passato parroco di San Colombano in Valtesse in città. Fra le sue opere la ristrutturazione dell’oratorio, inaugurato nel 2011. Salutando il vescovo il giorno dell’inaugurazione, aveva detto: «Questo oratorio è nato ottant’anni fa, costruito da uomini più poveri di noi ma ricchi di fede. Oggi l’oratorio deve riscoprire la propria vocazione e ruolo nella società, perché il giovane che sta crescendo interpella tutti». Inoltre, confermando la sua sensibilità alla stampa cattolica, aveva potenziato il bollettino parrocchiale, dotandolo di un’apposita redazione. Per motivi di salute, nel 2012 si era ritirato dalla parrocchia, andando a Villa d’Almè come collaboratore pastorale. Da quasi un anno era ospite alla Piccinelli di Scanzo. I funerali martedì 27 ottobre alle 15 nella chiesa parrochiale di Villa d’Almè.