Verso l’alt(r)o, la meditazione della settimana: c’è un filo che collega tutte le cose

C’è un filo…
C’è un filo che collega tutte le cose […], collega tutte le città e tutte le persone, le savane, le stelle […] tutti gli animali, le idee […]. Non so come si chiami questo filo, l’ho chiesto alla mamma, al papà, alla maestra […] l’ho chiesto anche al mio migliore amico che mi ha detto che questo filo è Dio. […] vi consiglio di avere sempre un migliore amico e di fare insieme a lui un doppio nodo al filo come quello che fa la maestra alle scarpe quando si stanca di allacciarle così non si scioglie mai più.

da Manuela Monari e Brunella Baldi, “C’è un filo…”


C’è un filo che collega tutte le cose. Lo racconta questo piccolo libro per bambini. Un filo a cui tanti uomini negli anni hanno cercato di dare un nome. Un filo di senso, di significato. Ma ancora prima di questo filo che unisce tutte le cose, ce n’è uno che collega tutta la nostra vita; la tiene unita. Proprio come un filo che rilega tanti fogli e ne fa un libro. Ci hai mai pensato? Ti sei mai fermato ad ascoltare e osservare questo filo che fa della tua esistenza una vita? Ognuno di noi ne ha uno. Può essere un filo creato da noi: come il filo della salute, o del benessere. Oppure può essere creato da altri: come il filo del possedere, del potere.
Infine può essere un filo ricevuto: il filo della cura. Sì, la cura non si crea, si riceve. È bellissimo provare a ripercorrere la propria vita attraverso questo ultimo filo che la unisce e le conferisce un senso meraviglioso. In questo percorso troverai molte persone che hanno avuto cura di te, della tua persona, della tua vita. E magari troverai addirittura situazioni in cui hai vissuto e sperimentato una cura che non veniva tanto da altri quanto dalla vita stessa. Incontri diventati relazioni, relazioni diventate amicizie, amicizie diventate amori.
Il filo che unisce la nostra vita come un libro è sicuramente fatto di molti colori; tuttavia credo che spesso si possa intravedere in essi una cura gratuita e libera che “il mio migliore amico dice che è Dio”. Nessuno di noi può dimostrarlo; fatto sta che su questo filo, che anche io ho imparato a chiamare Dio, ci faccio continuamente dei doppi nodi perché ricchissimo di una cura capace di colorare la mia vita con creatività. Serve sempre un migliore amico che ti faccia aprire gli occhi su quello che già stai vivendo.