Bambini e ragazzi sono protagonisti nel gruppo missionario di Viadanica, insieme creano “stoffe di fraternità”. Anche via web.

Il gruppo missionario di Viadanica vede da un paio d’anni la presenza attiva di bambini, ragazzi e genitori. E’ stato l’Ottobre missionario di due anni fa a mettere in moto i giovanissimi, coinvolgendoli nell’animazione delle Messe e in piccole iniziative. “La gioia missionaria non li ha più lasciati – dice Natalina Formenti – e ora sono i primi protagonisti della missione nella nostra comunità”. Anche quest’anno hanno partecipato alle celebrazioni, animando la Messa e la preghiera e contribuendo alla realizzazione del simbolo posto nelle scorse settimane in chiesa. E’ stato realizzato un telaio, con fili colorati a creare trama e ordito e su questi fili i ragazzi sono stati invitati ad attaccare un biglietto con scritto un atteggiamento che può aiutare ad essere fratelli. “Hanno scritto parole preziose, – spiega Natalina – anche cose molto semplici, come ‘giocare lealmente’, ma che sono fondamentali per essere veramente fratelli. Insieme ai ragazzi anche genitori e adulti della parrocchia hanno messo il loro biglietto e questo ha creato il tessuto ideale per costruire una comunità fraterna, una sorta di ‘stoffa della fraternità’ che tutti possiamo contribuire a creare”.

Durante tutto l’anno il gruppo missionario è attivo e i mesi primaverili che hanno costretto tutti nelle loro case non hanno impedito il contatto continuo a distanza. “Abbiamo svolto alcuni incontri in video-chiamata, – dice Natalina – proponendo dapprima l’ascolto e il dialogo con alcuni missionari della porta accanto, cioè persone della comunità che erano impegnate in prima linea nella cura, nell’assistenza e nel volontariato. I ragazzi hanno potuto capire, attraverso la loro voce, come il paese aiutava chi aveva più bisogno”. “Abbiamo imparato – hanno detto i bambini in un video-racconto – che chi, con dedizione, affetto e solidarietà, si prende cura di chi soffre è un vero e proprio missionario e nella nostra comunità ce ne sono veramente tanti e noi ci sentiamo orgogliosi di questo dono”. L’orizzonte missionario si è quindi aperto verso terre più lontane e attraverso il web c’è stata la possibilità di ascoltare, dalla viva voce dei missionari in Costa d’Avorio e Bolivia, cosa accadeva in quelle terre. Europa, Africa e America Latina si sono incontrate in contemporanea in un dialogo con i ragazzi. “E’ stata un’esperienza diversa dalle solite ma bellissima, – dicono i ragazzi – vissuta in un periodo che ci ha costretti all’isolamento. Ci ha fatto capire il bisogno che si ha gli uni degli altri. Ci ha aperto tanti orizzonti facendoci assaporare la gioia della missione”. Gli incontri web hanno fatto comprendere come concretamente si possa vivere lo spirito missionario. “Abbiamo interagito virtualmente con persone, vicine e lontane, che hanno vissuto e stanno vivendo l’emergenza e il dramma della pandemia. Ogni incontro per noi era qualcosa di speciale perché le testimonianze erano ricche di bontà, generosità e gratuità; parlavano di tempo e vite spese in silenzio e dedizione per il bene degli altri. Siamo certi che dentro di noi, attraverso l’ascolto di queste storie umane, siano stati messi dei semi che un giorno cresceranno e daranno frutto per la nostra bella comunità”.

“E’ una parrocchia vivace dal punto di vista missionario – aggiunge Natalina – e coinvolge piccoli e grandi. Con i ragazzi scriviamo un diario di bordo dove raccontiamo ogni esperienza vissuta. E’ un modo perché nulla vada perduto e possa essere non solo un tesoro da conservare, ma un impegno missionario da continuare a vivere nella quotidianità”