“Si può esser missionari anche con la solidarietà della porta accanto”. Entusiasmo e iniziative guidano il gruppo missionario della parrocchia di San Paolo in città

L’entusiasmo e la fantasia dei giovani ha portato qualche novità nella lunga storia del gruppo missionario della parrocchia di San Paolo in città, trovando nuove strade e nuovi modi per comunicare la gioia della missione e per vivere il mese dell’Ottobre missionario. La solidarietà per il sostegno alle missioni ha trovato la moderna strada del “food-delivery” con la consegna a domicilio di confezioni di ravioli e casoncelli da parte di un gruppo di giovani. “Altre iniziative, come il tradizionale mercatino, sono state sospese quest’anno – spiega Marta Guerini – ma non volevamo che questo tempo, dedicato in modo specifico ai temi missionari, passasse inosservato e senza un messaggio. Di fatto questo messaggio di fraternità che ci veniva proposto nella Giornata missionaria mondiale lo abbiamo portato di casa in casa, ricevendo tanta generosità”. I giovani del gruppo missionario erano stati attivi anche nei mesi di marzo e aprile per la consegna della spesa e dei farmaci agli anziani, mettendosi a disposizione come supporto ai gruppi di volontariato. “Vedo il mese di ottobre come una grande opportunità per richiamare alcune attenzioni in parrocchia. – dice Marta –. Tenere vivo lo spirito missionario tiene viva la comunità. Le restrizioni hanno limitato alcune attività, ma non possono spegnere il fuoco missionario che noi vorremmo raggiungesse adulti, giovani e ragazzi”.

Marta, 29 anni, ha vissuto due anni e mezzo in Bolivia come missionaria Fidei donum, lavorando per un progetto sanitario nella zona di El Alto. “Sono stati due anni intensi, in cui la missione è entrata concretamente nella mia vita – dice –. Il senso di questa esperienza acquista profondità al rientro quando ci si chiede come trasmettere alla propria comunità ciò che si è vissuto. Se riesce a non limitarsi ad un semplice racconto, ma ad andare oltre, a diventare dialogo, coinvolgimento, partecipazione, allora la comunità può vivere, anche senza superare l’oceano, una ricca dimensione missionaria”. Marta condivide con gli amici del gruppo missionario questo impegno a diventare “tessitori di fraternità”. “Essere missionari qui è possibile, è quello che ci viene chiesto. Cerchiamo di dire che non è necessario partire per vivere la missione nella propria vita. Possiamo farlo qui a Bergamo nella nostra parrocchia, con la solidarietà della porta accanto o con quella che viaggia lontanissimo verso le missioni del mondo. Siamo missionari con la preghiera e con la passione”.