Papa Francesco: “La preghiera calma l’inquietudine. Seguiamo l’esempio di Maria”

“Maria appartiene alla grande schiera di quegli umili di cuore che gli storici ufficiali non inseriscono nei loro libri, ma con i quali Dio ha preparato la venuta del suo Figlio”. Lo ha detto il Papa, che ha dedicato la catechesi dell’udienza di oggi, trasmessa in diretta streaming dalla biblioteca privata del Palazzo apostolico, alla figura di Maria, “come donna orante”.  “La Madonna pregava”, ha detto a braccio Francesco: “Quando ancora il mondo la ignora, quando è una semplice ragazza promessa sposa di un uomo della casa di Davide, Maria prega. Possiamo immaginare la giovane di Nazareth raccolta nel silenzio, in continuo dialogo con Dio, che presto le avrebbe affidato la sua missione. Lei è già piena di grazia e immacolata fin dalla concezione, ma ancora non sa nulla della sua sorprendente e straordinaria vocazione e del mare tempestoso che dovrà solcare”. La Madonna, ha spiegato Francesco, “non dirige autonomamente la sua vita: aspetta che Dio prenda le redini del suo cammino e la guidi dove Egli vuole. È docile, e con questa sua disponibilità predispone i grandi avvenimenti che coinvolgono Dio nel mondo”.

“Non c’è modo migliore di pregare che mettersi come Maria in un atteggiamento di apertura, col cuore aperto a Dio: ‘Signore, quello che Tu vuoi, quando Tu vuoi e come Tu vuoi’”. Ad assicurarlo è stato il Papa, che nella catechesi dell’udienza di oggi, trasmessa in diretta streaming dalla biblioteca privata del Palazzo apostolico e dedicata alla figura di Maria, ha esortato più volte, a braccio, a pregare “con il cuore aperto alla volontà di Dio”. “Quanti credenti vivono così la loro preghiera!”, ha esclamato: “Quelli che sono più umili di cuore pregano così, con umiltà essenziale, con umiltà semplice”. “E questi pregano così non arrabbiandosi perché le giornate sono piene di problemi – ha puntualizzato Francesco –  ma andando incontro alla realtà e sapendo che nell’amore umile, nell’amore offerto in ogni situazione, noi diventiamo strumenti della grazia di Dio: ‘Signore, quello che Tu vuoi, quando Tu vuoi e come Tu vuoi’. Una preghiera semplice, ma è mettere la nostra vita nelle mani del Signore, perché sia lui a guidarci. Tutti possiamo pregare così, quasi senza parole. Semplice: ‘Signore, quello che Tu vuoi, quanto Tu vuoi e come Tu vuoi”.

“Noi siamo inquieti, sempre vogliamo le cose prima che le tocchiamo, le vogliamo subito. La vita non è così: questa inquietudine  fa male”. Lo ha detto, a braccio, il Papa, durante la catechesi dell’udienza di oggi, trasmessa in diretta streaming dalla biblioteca privata del Palazzo apostolico e dedicata alla figura di Maria. “La preghiera sa ammansire l’inquietudine, sa a trasformarla in disponibilità”, ha garantito Francesco: “Io prego, la preghiera mi apre il cuore e mi fa disponibile alla volontà di Dio”. “La Vergine Maria, in quei pochi istanti dell’Annunciazione, ha saputo respingere la paura, pur presagendo che il suo ‘sì’ le avrebbe procurato delle prove molto dure”, ha ricordato il Papa: “Se nella preghiera comprendiamo che ogni giorno donato da Dio è una chiamata, allora allarghiamo il cuore e accogliamo tutto. Si impara a dire: ‘Quello che Tu vuoi, Signore. Promettimi solo che sarai presente ad ogni passo del mio cammino’”. “Questo è importante”, ha proseguito Francesco a braccio: “Chiedere al Signore la sua presenza a ogni passo nostro del nostro cammino. Che non ci lasci da soli, che non ci abbandoni nella tentazione, che non ci abbandoni nei momenti brutti”,  come recita la parte finale del Padre Nostro.

“Nella Vergine Maria, la naturale intuizione femminile viene esaltata dalla sua singolarissima unione con Dio nella preghiera”. Lo ha detto il Papa, nella parte finale dell’udienza di oggi, dedicata alla fgura di Maria. “Per questo, leggendo il Vangelo, notiamo che ella sembra qualche volta scomparire, per poi riaffiorare nei momenti cruciali”, ha proseguito Francesco: “Maria è aperta alla  voce di Dio che guida il suo cuore e i suoi passi là dove c’è bisogno della sua presenza. Presenza silenziosa, di madre e discepola: Maria è presente perché è madre, ma anche perché è la prima discepola, quella che ha imparato meglio le cose di Gesù. Non dice mai: ‘Venite e risolverò le cose’. Dice: ‘Venite e fate ciò che vi dirà’. Questo fa il discepolo, e lei è la prima discepola”. “Maria custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore”, si legge nel Vangelo di Luca a proposito dell’infanzia di Maria. “Tutto ciò che le capita intorno finisce con l’avere un riflesso nel profondo del suo cuore”, ha commentato il Papa: “I giorni pieni di gioia, come i momenti più bui, quando anche lei fatica a comprendere per quali strade debba passare la Redenzione. Tutto finisce nel suo cuore, perché venga passato al vaglio della preghiera e da essa trasfigurato. Che si tratti dei doni dei Magi, oppure della fuga in Egitto, fino a quel tremendo venerdì di passione: tutto la Madre custodisce e porta nel suo dialogo con Dio”. “Qualcuno ha paragonato il cuore di Maria a una perla di incomparabile splendore, formata e levigata dalla paziente accoglienza della volontà di Dio attraverso i misteri di Gesù meditati in preghiera”, ha fatto notare Francesco: “Che bello se anche noi potremo assomigliare un po’ alla nostra Madre! Col cuore aperto alla parola di Dio, col cuore silenzioso, col cuore obbediente, col cuore che sa ricevere la Parola di Dio e la lascia crescere come un seme per il bene della Chiesa”.

“Oggi celebriamo la Dedicazione della Basilica di San Pietro in Vaticano e di quella di San Paolo sulla via Ostiense”. Lo ha ricordato il Papa, salutando al termine dell’udienza i fedeli di lingua italiana collegati in streaming. “Questa festa che pone in luce il significato della chiesa, edificio sacro dove si raccolgono i credenti, susciti in tutti la consapevolezza che ognuno è chiamato ad essere tempio vivente di Dio”, l’auspicio dei Francesco, che rivolgendosi, come di consueto, agli anziani, ai giovani, ai malati e agli sposi novelli, ha esortato “ad amare la Chiesa del Signore; a cooperare con generosità ed entusiasmo alla sua edificazione; a vivere l’offerta della vostra preghiera e della vostra sofferenza come un contributo prezioso alla costruzione della Casa del Signore, dimora dell’Altissimo fra noi”. Salutando, poco prima, i fedeli polacchi, il Papa ha ricordato che “oggi in Polonia ricorre la memoria liturgica della Beata Karolina Kόzka, vergine e martire. A sedici anni subì la morte per martirio in difesa della virtù della castità. Con il suo esempio, ancora oggi indica, specialmente ai giovani, il valore della purezza, il rispetto per il corpo umano e la dignità della donna”. Infine, rivolgendosi ai fedeli di lingua inglese e araba, ha invitato, in questo mese di novembre, a continuare “a pregare per le persone care che ci hanno lasciato e per tutti i defunti, perché il Signore, nella sua misericordia, li accolga nel Regno dei cieli”.